Di Eleonora Giuliani
SUL, IRAQ – Mentre gioca nervosamente con il suo fucile, Asmaa Dahar, 21 anni, appartenente alla minoranza religiosa degli yazidi, mi racconta dell’arrivo inaspettato dell’Isis nella sua vita. Gli abitanti del piccolo villaggio iracheno in cui è nata e cresciuta, Seba Shekh Kheder, come tante altre comunità yazide, non avevano idea del destino crudele che stava per abbattersi su di loro.
Mentre i guerriglieri del gruppo estremista prendevano il controllo del villaggio, Asmaa ha dovuto assistere alle uccisioni, agli stupri e alla morte violenta di amici e vicini. Racconta di essere stata catturata e costretta ad assistere alla decapitazione di suo zio, mentre le sue cugine venivano trascinate via dai combattenti islamici. Urlavano moltissimo, mi dice.