L’ultima direttiva emanata dall’Ufficio di Gabinetto del Ministro della Difesa ha sollevato un vero e proprio vespaio tra le compagini sindacali nascenti, al punto che alcune si sono unite ed hanno rilasciato un comunicato stampa comune
Dall’Ufficio di Gabinetto del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, è stata redatta e diffusa una Direttiva che disciplina l’ attività delle compagini sindacali nascenti, precludendone di fatto, un ruolo attivo nella necessaria consultazione che dovrebbe avvenire con gli Stati Maggiori/Comandi Generali/Segretario Generale della Difesa.
La polemica nasce per il contenuto del punto 2 della Direttiva stessa :
le associazioni sindacali riconosciute “potranno” essere ascoltate , per le questioni di interesse, a livello di Stati Maggiori/Comandi Generali/Segretario Generale della Difesa.
Orbene, chi ha redatto e sottoscritto la Direttiva, secondo i sindacati nascenti, ha volutamente e finemente utilizzato il verbo “potere” anziché il verbo “dovere”, cambiando il senso di una disposizione che , nel caso di specie, oltre a non validare definitivamente le posizioni di future sigle sindacali nascenti, rilancia finemente il lavoro della Rappresentanza Militare. Di seguito il comunicato stampa a firma SILF, SILME e SIAM
AI SINDACATI DEI MILITARI VA DATA IMMEDIATA E CONCRETA AGIBILITÀ. LO DICE LA CONSULTA
“Preso atto della sensibilità mostrata dal Ministro Trenta sul tema dei diritti sindacali dei militari, leggendo l’ultima direttiva del Gabinetto del Ministro della Difesa, siamo tuttavia rimasti sorpresi sulle modalità con cui si intende dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e riconfermato dal Consiglio di Stato con riferimento al periodo transitorio” – è quanto affermano in una nota i promotori dei sindacati dei militari SILF, SILME e SIAM. “Ai sindacati dei militari va data immediata e concreta agibilità, anche nelle more della nuova legge e non una mera consultazione eventuale a livello di Forza Armata/Comando Generale”. Abbiamo scritto al Ministro Trenta chiedendo di integrare la direttiva, anche al fine di evitare ulteriore contenzioso” concludono i promotori.