Apprendiamo con piacere che il Ministro Zangrillo convoca per il 19 ottobre le confederazioni sindacali del pubblico impiego per confrontarsi sul rinnovo contrattuale ormai scaduto da circa due anni. Una notizia, questa della convocazione, sicuramente positiva e ci auguriamo sia anche foriera della convocazione da parte del Governo, a Palazzo Chigi, dei Sindacati del personale del Comparto Sicurezza Difesa e Soccorso Pubblico, che rappresentano un comparto a se stante e che non rientra tra le procedure negoziali della Pubblica Amministrazione che si tengono presso l’ARAN.
Ma questa convocazione, continuano i leaders sindacali del comparto, auspicano che non sia solo per adempiere all’obbligo di legge specifico, che impone al Governo di sentire anche i Sindacati di questi lavoratori con una specificità riconosciuta persino per legge, ma che sia la manifestazione di un riconoscimento pieno del ruolo che le rappresentanze di questo comparto hanno e che esercitano, come dimostrato da oltre 40 anni in modo equilibrato, responsabile e affidabile nell’interesse sia del funzionamento di questi vitali gangli della vita democratica del nostro Paese, sia per la tutela dei diritti delle donne e degli uomini in uniforme che ogni giorno si sacrificano diuturnamente a garanzia della sicurezza dei cittadini e a tutela delle istituzioni democratiche.
Così in una nota, la quasi totalità dei sindacati rappresentativi del Comparto Sicurezza Difesa e Soccorso Pubblico commentano la notizia della convocazione delle confederazioni del pubblico impego da parte del Ministro Zangrillo apparsa oggi sugli organi di stampa. Ci aspettiamo, concludono i Rappresentanti sindacali della Polizia di Stato: SIULP, SAP, SIAP, FSP, COISP, SILPCGIL, per la Polizia Penitenziaria: SAPPE, FNS CISL, UILPA, FP CGIL; per i Vigili del Fuoco: FNS CISL-VF, CONFSAL-VF , FP CGIL-VF, CONAPO e UILPA-VF, che ora ci sia la convocazione a Palazzo Chigi anche per i Rappresentanti delle donne e degli uomini in uniforme, giacché la mancata convocazione rappresenterebbe non solo una violazione della norma, ma un segnale politico ben preciso di disattenzione nei confronti di chi ha scelto di servire il proprio Paese a garanzia della sicurezza sino all’estremo sacrificio della vita, e la stessa sicurezza dei cittadini