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SASSARI, AGENTE PICCHIATO IN CARCERE DA DETENUTO. GLI ALTRI RISTRETTI ISOLANO IL VIOLENTO

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E’ stata una vigilia di Natale tesa e violenta quella appena trascorsa nel carcere di Bancali, a Sassi.

A testimonianza della grave situazione penitenziaria dell’Isola, che il SAPPE denuncia a tamburo battente ormai da diversi mesi. Ricostruisce quel che è accaduto venerdì sera Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria:

E’ successo che verso le 13 il poliziotto penitenziario di servizio nell’Area passeggi del carcere è stato improvvisamente e proditoriamente colpito con un violento schiaffo da un detenuto, tale da fare cadere all’Agente radio e cartella con atti di servizio. Favorevolmente sorprendente è stato il comportamento degli altri detenuti, che hanno isolato il violento fino all’arrivo degli altri poliziotti. Sconcerta, invece, quello assunto dal Comandante di Reparto, che si sarebbe limitato a fare gli auguri di buone feste al collega aggredito (!), senza cioè assumere personalmente provvedimenti contenitivi del ristretto violento, per poi lasciare il carcere per fine turno…”.

L’aggressione di Bancali segue di pochi giorni la ferma protesta del SAPPE dopo l’agente violentemente picchiato nel carcere di Nuoro ed il suicidio di un detenuto nell’ospedale Businco di Cagliari. Come denuncia Luca Fais, segretario regionale SAPPE per la Sardegna, “è da anni che denunciamo la necessità di poter utilizzare un repartino detentivo ospedaliero dove poter ricoverare in sicurezza i detenuti.

Ci siamo rivolti al Provveditore, al capo del Dipartimento, ai prefetti, al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità uscenti e attuali, ottenendo solo delle promesse mai mantenute». Secondo Fais e gli altri sindacati «è ancora più scandaloso che proprio a Cagliari un repartino detentivo è stato costruito con tutti i canoni di sicurezza previsti nell’ospedale Santissima Trinità, ma è stato utilizzato come deposito.

Nel frattempo, gli eventi critici si sono susseguiti negli anni: tentativi di evasione, aggressioni, danneggiamenti di camere ospedaliere e per ultimo un suicidio che poteva essere evitato se la finestra avesse avuto le sbarre».

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, quella della Sardegna “è una emergenza penitenziaria vera e propria:  

Le carceri regionali della Sardegna si evidenziano ancora una volta per episodi di violenza: purtroppo, molti detenuti che assegnati hanno seri problemi psichiatrici, tanti altri sono pericolosi e ristretti nel circuito Alta sicurezza e 41 bis, per gravissimi reati anche di terrorismo.

Mancano in Sardegna Agenti di Polizia Penitenziaria, direttori, Comandanti e personale civile. La Polizia Penitenziaria fa il massimo per garantire quanto stabilito dalla normativa vigente, ma molte volte mancano le unità per un controllo più attivo: si è costretti a sopprimere, ogni giorno nelle carceri sarde, numerosi posti di servizio perché manca personale e poi succedono queste inaccettabili violenze.

Oggi a malapena si riesce a garantire il turno su tre quadranti e sono a rischio gli accordi sui diritti di tutto il personale di Polizia Penitenziaria. Servono interventi urgenti da parte del Ministero della Giustizia e del DAP ai quali chiediamo di aprire un tavolo di confronto per trovare soluzioni concrete ai problemi ed all’emergenza carceri della Sardegna”.

   Roma, 27 dicembre 2021

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE

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