Negli ultimi giorni a seguito della pubblicazione su una testata giornalistica nazionale poi ripresa da altre agenzie di stampa, è tornato alla ribalta il tema dell’esposizione ai rischi ambientali in teatro operativo e anche in Patria del personale militare. Questa notizia ci riporta alla mente gli orrori, le colpevoli omissioni e gli errori del nostro recente passato.
Era il 7 febbraio del 2018, quando la commissione d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito ed esposizione a fattori chimici, tossici e radiologici presieduta dall’onorevole Scanu, della passata legislatura, licenziò il testo della relazione finale approvata da tutti a meno di due parlamentari.
Questa relazione è il prodotto finale di due anni di lunghi lavori, indagini e interlocuzioni di una commissione composta dalla totalità della compagine politica di allora, che alla fine portò all’elaborazione di una controversa proposta di legge che porta il nome dell’allora presidente della Commissione.
Non è intendimento del Sindacato S.I.A.M.O. Esercito di strumentalizzare la vicenda relativa all’esposto presentato a suo tempo dall’ufficiale generale dell’Esercito, già quindi al vaglio della magistratura ordinaria e militare, ma è doveroso, per questo Sodalizio, ricordare che la nostra Costituzione garantisce il diritto alla salute quale fondamentale diritto dell’individuo, fondamento che attraverso il Codice d’Ordinamento Militare è riconosciuto anche al personale militare in Patria ed in Operazioni.
Giusto per ricordare, secondo i dati, 372 sembrerebbero siano i morti e 7693 gli ammalati, numeri in continua crescita da sempre al centro del dibattito politico, che hanno segnato un solco nel cuore delle Forze Armate.
E’ doveroso però riaprire questa dolorosa ferita per affrontare una vicenda mai realmente chiusa, non solo per garantire il diritto alla Salute Costituzionalmente riconosciuto, ma per assicurare Giustizia e Pace a tutti quei colleghi che nell’espletamento del dovere hanno perso la vita o si sono ammalati e alle loro famiglie va il nostro più grande abbraccio.
Per questo chiediamo al Ministro della Difesa e alla Commissione Difesa della Camera di riaprire al più presto la discussione politica sulle due proposte di legge attualmente depositate, rispettivamente dall’onorevole Rizzo e dall’onorevole Del Monaco.
Pensiamo che dopo tanti anni di dibattito politico, di indagini parlamentari sia giunto il momento di onorare la memoria dei nostri colleghi, e rispettare il dolore delle persone ammalate e dei loro familiari.
La vicenda dell’esposto del generale, riapre, a nostro avviso, un tema molto importante, oggetto oggi di approfondimento nella stesura della proposta di legge sui sindacati militari, e cioè sulla necessità per le associazioni sindacali di poter assicurarsi preventivamente che nei Teatri operativi vengano poste in essere tutte le misure necessarie per la salvaguardia della salute e della sicurezza del nostro personale.
L’attuale stesura del testo che vede quale relatrice l’onorevole Corda e che ha ottenuto la condivisione di tutte le forze politiche, esclude totalmente questa possibilità.
Vogliamo rassicurare i nostri uomini e le nostre donne che noi ci SIAMO e saremo attivi nel partecipare con i nostri contributi alla stesura delle proposte normative sul tema della tutela dai rischi ambientali del nostro personale.
Roma, 22 giugno 2020
IL DIRETTIVO NAZIONALE
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