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S.GIMIGNANO, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA PARTE CIVILE CONTRO AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA. SAPPE: “PRESUNZIONE DI INNOCENZA NON VALE PER AGENTI? PERCHE’ MINISTRO CARTABIA NON SI COSTITUISCE PARTE CIVILE CONTRO CHI AGGREDISCE POLIZIA?”

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E’ in corso nel carcere di San Gimignano la visita di una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, guidata dal Segretario Generale Donato Capece.

E il SAPPE attacca il Ministro della Giustizia Marta Cartabia: “Abbiamo preso atto che il Ministero della Giustizia si è costituito parte civile nel processo in atto a Siena contro alcuni poliziotti penitenziari del carcere di S. Gimignano.

La presunzione di innocenza è uno dei capisaldi della nostra Carta costituzionale e quindi evitiamo illazioni e gogne mediatiche. Ma al Ministro Guardasigilli Cartabia chiedo perché non si costituisce parte civile anche contro coloro che – pressochè ogni giorno – aggrediscono i poliziotti penitenziari in servizio o contro i facinorosi detenuti protagonisti delle rivolte dello scorso marzo. 

Noi confidiamo nella Magistratura perché la Polizia penitenziaria, a S. Gimignano come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere. L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità – dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”, dichiara Capece.

“La Polizia Penitenziaria”, prosegue il leader del SAPPE, “è formata da persone che hanno valori radicati, un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti.

Non solo. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.

E tutto questo in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria, e spesso senza neppure che il Ministero della Giustizia si costituisca parte civile contro i responsabili di queste violenze!”.

Roma, 19 maggio 2021
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE

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