Come racconta Il Gazzettino, i due sono stati condannati prima in sede penale militare e ora dalla Corte dei conti di Trieste, che ha presentato loro il conto. 5.706 euro più rivalutazione monetaria e spese.
Motivo? Secondo l’accusa i due avrebbero rotto il motore dell’auto di servizio volontariamente scalando il cambio a marce troppo basse per il numero di giri di quel momento. Entrando più nel dettaglio, in base all’impostazione d’accusa, “l’autista (senza che il capomacchina intervenisse a reprimere tale condotta) avrebbe agito più volte determinando in questo modo danni importanti su una vettura che le risultanze processuali certificano come perfettamente funzionante”.