Un altro telefono cellulare, perfettamente funzionante, è stato sequestrato a Rebibbia, questa nella Casa Circondariale Nuovo complesso. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che torna a chiedere nuovi provvedimenti utili ad inibire l’uso di strumentazioni tecnologiche nelle Sezioni detentive.
“Sabato 8 maggio, nella Sezione G12, un detenuto italiano è stato trovato in possesso di un microcellulare che utilizzava mentre era nel bagno della propria cella.
L’apparecchio è stato sequestrato mentre il detenuto è stato denunciato all’Autorità giudiziaria e sarà anche sottoposto al relativo procedimento disciplinare”, commenta il segretario nazionale per il Lazio del SAPPE Maurizio Somma.
“L’ingresso illecito di cellulari negli Istituti è ormai un flusso continuo, ormai non si contano più i rinvenimenti ed i sequestri, posti in essere dalla Polizia Penitenziaria, grazie alle ridotte dimensioni di questi apparecchi le vie di ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre piu spesso vengono avvistati ed intercettati”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece torna a ricordare il quotidiano e diuturno impegno della Poliza Penitenziaria nei penitenziani italiani ed in quelli romani in particolare:
“le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori.
E nonostante la recente previsione di reato nel Codice penale per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nei carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi.
Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.
Roma, 10 maggio 2021
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE