Poliziotto muore e la famiglia autorizza l’espianto degli organi. Ultimo atto di generosità della sua breve vita
Ciao Leo, per salutarti prendo in prestito le parole del tuo capo, un poliziotto come noi due.
Lui ha scritto al direttore del Centro Nazionale Trapianti per parlargli di te e della possibilità che hai dato ad altre persone di continuare a vivere attraverso te, donando i tuoi organi.
La sua lettera iniziava con “E’ con sentimenti contrastanti…” e io provo la stessa cosa ora scrivendo.
Certo 33 anni sono davvero pochi per andarsene e quell’incidente sul GRA di Roma si è portato via tutto il tuo entusiasmo, la tua gioia di vivere e di goderti il mondo. E si è portato via anche la tua delicatezza e la tua generosità. Sempre una parola gentile per chi incontravi, nel tempo libero come nel lavoro.
Da giovani non si pensa mai di manifestare la volontà di donare gli organi e quando la tua famiglia ha dovuto scegliere ha riflettuto sulle parole del medico che gli aveva portato la più crudele delle notizie. Cosa avresti deciso tu, sempre pronto a dare una mano a chi era in difficoltà? E’ stata una decisione dura ma che è venuta da sé.
E ora mi piace pensare che nel petto di un giovane batta il tuo cuore, che parte del tuo fegato abbia ridato speranza ad un bambino e che altre persone sorrideranno di nuovo grazie a te.
Ecco perché ho sentimenti contrastanti e poi come mi ha detto Donata, tua sorella “questo era anche il modo per non darti un addio definitivo su questa terra”.
Forza Leo, ora hai tutto il cielo per andare in bici, mentre il tuo cuore d’atleta continua a battere ancora.
Queste le parole nella risposta del direttore del Centro Nazionali Trapianti, dott. Alessandro Nanni Costa, per la morte dell’Assistente Leonardo Sabato:
“… lasciami manifestare ancora la mia vicinanza ai suoi cari e al vostro Corpo. Il cuore di un poliziotto è grande anche oltre la propria vita.”
Agente Lisa