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ROMA, LE NUOVE FRONTIERE DELLA CRIMINALITA’ IN CARCERE: INTERCETTATO DRONE SU REBIBBIA CON TELEFONI CELLULARI E DROGA PER DETENUTI

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Importante operazione di servizio della Polizia Penitenziaria di REBIBBIA, a Roma, che ha sequestrato diversi telefoni cellulari e dello stupefacente che era stato introdotti nel Nuovo Complesso della Casa circondariale attraverso un drone.

A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Nazionale per il Lazio Maurizio Somma.

Il sindacalista spiega che il personale di Polizia Penitenziaria di Rebibbia “è stato molto bravo ad intercettare il drone ed a eseguire prontamente una perquisizione che ha permesso di sequestrare più di dieci telefonini, pani di hashish, cavi e fili per la ricarica degli apparecchi telefonici e svariate carte Sim.

L’attenta sorveglianza posta in essere alla video sorveglianza ha consentito ai Baschi Azzurri di rilevare la presenza del drone nonostante le tenebre della sera. Non è la prima volta che si rinvengono involucri contenenti droga e telefonini illecitamente introdotti con droni; una vera e propria “manna dal cielo” per i detenuti destinatari che possono condurre i loro illeciti traffici anche con l’esterno.

Vengono cosi confermate tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza.

Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE Lazio va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario del Nuovo Complesso di Rebibbia”.
Ferma la denuncia di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: 

“I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite.

Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni.  Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone…

Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura.

Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”
Roma, 1 febbraio 2022

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE

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