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Riportare il 4 novembre a festa nazionale nel 2023

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Il ddl 390 è in Senato dal 2 dicembre 2022. Comunicato alla Presidenza dal Senatore Gasparri il 26 giugno 2023.

 

Art. 1. 1.

La Repubblica riconosce la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. A decorrere dal 2023 la celebrazione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate ha nuovamente luogo il 4 novembre di ciascun anno.

Art. 2. 1.

Per celebrare la Giornata di cui all’articolo 1, in ciascuna provincia o ente territoriale di livello equivalente, secondo quanto previsto dalla legge 7 aprile 2014, n. 56, o dagli specifici ordinamenti degli enti locali delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, gli organi competenti possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche e mostre fotografiche, nonché testimonianze sull’importanza dell’Unità nazionale, delle identità culturali e storiche, della tradizione e dei valori etici di solidarietà e di partecipazione civile incarnati dalle Forze armate.

Art. 3. 1.

In considerazione dell’alto valore educativo, sociale e culturale della Giornata di cui all’articolo 1, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possono promuovere iniziative per la Giornata medesima.

La proposta di legge, potrebbe presto diventare legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. D’’iniziativa delle senatrici BIANCOFIORE e PETRENGA fu presentato nel 2022 ai colleghi parlamentari come :

la festività istituita all’indomani della vittoria di Vittorio Veneto del 1918 – è stata celebrata come Festa nazionale. Una giornata che univa tutto il popolo italiano, che in quella precisa circostanza ricordava e celebrava la vittoria nella Prima guerra mondiale e il raggiungimento dell’Unità nazionale del nostro Paese.

Una vittoria attraverso la quale l’Italia ha preso coscienza del proprio « io nazionale » e gli italiani, ben oltre cinquant’anni dopo l’Unità d’Italia, sono diventati un corpo unico, quello che normalmente si traduce nel concetto di Nazione e che in America – non a caso – si consolida nel motto latino « ex pluribus unum ».

La splendida ed epica vittoria nel primo conflitto mondiale cementò una Nazione che per secoli era stata divisa e immersa esclusivamente nelle proprie realtà e interessi locali.

Ma quelli del 1915-1918 furono gli anni in cui scoprimmo finalmente cosa fosse l’identità di un popolo, la Patria, gli anni durante i quali per la prima volta ci trovammo uniti, da Nord a Sud, a combattere per una Nazione, la nostra Italia.

Erano gli anni in cui valorosi soldati morivano sul Carso e sul Monte Grappa, in cui rifulsero personaggi eroici come Enrico Toti, che morì lanciando contro il nemico la stampella su cui si reggeva, o l’ufficiale della marina Nazario Sauro, ucciso perché decise di combattere per la propria Patria, rifiutandosi di essere suddito dell’allora impero austro-ungarico o come Cesare Battisti, mandato a morte dagli austriaci.

Era l’epoca della giovanissima generazione del ’99, che sulle sponde del fiume Piave guidò la riscossa andando incontro a pericoli mortali pur di dare all’Italia un futuro libero dall’oppressore straniero. Per ragioni burocratiche assolutamente insignificanti – recuperare una giornata lavorativa – la Festa nazionale del 4 novembre fu abolita.

Il 4 novembre,  ancora oggi – sostengono le parlamentari – è l’unica data che può ricompattare una Nazione attualmente caratterizzata da un’identità confusa, divisa da contrapposizioni localistiche, da conflitti interistituzionali e da rancori politici. Il 4 novembre unisce con orgoglio l’intera Nazione italiana perché a quella data risale la vittoria di tutti, il sacrificio che commuove ancora oggi quando si ascoltano i canti che ne rievocano le epiche e sanguinose battaglie.

QUI IL TESTO INTEGRALE

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