I ricorsi sono ormai partiti e di conseguenza i tempi per avere una risposta si riducono. Lo Studio legale Scafetta ad esempio, ha inviato a tutti i suoi assistiti una e_mail in risposta alle molte richieste di informazioni in ordine al ricorso riordino delle carriere. Lo stesso studio legale dichiara altresì di non avere al momento alcuna novità se non quella che la Corte Costituzionale a breve dovrebbe esprimersi sulla disparità del trattamento e violazione del diritto di ugualianza causato dal decreto “riordino”.
Ma cosa prevedono nella sostanza i correttivi promessi dal Ministro della Difesa? Da quel che abbiamo potuto constatare, i sindacati di Polizia sono al lavoro da mesi sui correttivi , mentre le Rappresentanze di Forze Armate, Carabinieri e Guardia di Finanza non hanno fatto alcun passo in avanti.
Come ben rammenterete, NSM si fece promotore di un sondaggio ( clicca QUI ) quando il riordino era ancora in fase di approvazione. Molti di voi risposero negativamente ad un riallineamento che di fatto penalizzava di nuovo gli stessi, ovvero coloro che furono “congelati nel grado” col Riordino del 1995. Ci furono oltre 3000 voti ed NSM li inoltrò sia alle rappresentanze militari, sia alle compagini politiche.
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Nessuno di questi prese in seria considerazione tale sondaggio, né tanto meno si degnò di leggere i vostri commenti, almeno per comprendere se vi fossero realmente delle lacune legislative . Nulla da fare, si volle approvare a suon di voti della maggioranza ciò che in seguito si è dimostrato un clamoroso flop e non è piaciuto “quasi” a nessuno. In pochi infatti sono riusciti a beneficiare di questa legge che altri non è stato che un “proclama elettorale”. Continua ↓
Forse il legislatore avrà creduto che anche questa volta, come nel 1995 , i militari si sarebbero accorti del misfatto soltanto dopo anni. Invece cosi non è stato. Grazie al web e di conseguenza all’informazione capillare, questa volta la stragrande maggioranza dei militari sapeva di non poter gioire di questo decreto.
A questo punto quindi, sarebbe quanto meno auspicabile un interessamento del Governo alle problematiche in tema di “carriera”. Purtroppo per molti, malgrado non abbiano mai demeritato un avanzamento al grado superiore, è praticamente impossibile “riappropriarsi” della propria anzianità e recedere dagli scavalcamenti subiti.
Cosa fare quindi ? In tema di Ruolo, come ad esempio il Ruolo Marescialli/Ispettori, dobbiamo tener ben presente che allo stato attuale, ben tre sentenze di due tar hanno accolto il ricorso di alcuni carabinieri PM -8 (leggi QUI) . Non è forse deleterio attendere la sentenza della Corte Costituzionale? Difficilmente questa si pronuncerà sfavorevolmente a quanto affermato dai Tar. Non è forse il caso di aprire la carriera ai PM – 8 transitandoli di diritto al grado di Luogotenente ( e gradi equivalenti)? Ciò non solo renderebbe quantomeno probabile un avanzamento dei Marescialli Capo/1^ Classe/Ispettori al grado di Luogotenente (ed equivalenti), risolvendo così in parte il problema, ma costituirebbe finanche una sorta di “sanatoria” che in migliaia di Capo/1^ Classe /Ispettori attendono da più di vent’anni.
In ultimo, a suffragio della medesima sanatoria rivendicata da migliaia di Marescialli dopo l’ infausto il Riordino del 1995 , sarebbe forse il caso di rimediare ulteriormente tramite un sistema che consenta a questi soggetti di approdare nello stesso trattamento economico previsto per l’apicale del proprio Ruolo. Malgrado possa sembrare una una norma al limite del credibile, è invero l’unica perpetrabile e non causerebbe assolutamente delle ingenti uscite dalle casse dello stato. Continua ↓
L’ applicazione della norma sarebbe altresì elementare e non lascerebbe indietro nessuno: “al Primo Maresciallo, senza demerito, a 6 anni dal limite ordinamentale ovvero al 35° anno di servizio cumulativo, spetta il trattamento economico previsto per il grado e la qualifica apicale del Ruolo”
Non resta quindi che rimanere in attesa delle azioni del Governo,che fino ad oggi ha operato come mai nessun altro a favore dei militari, specie in tema di diritti sindacali .