Presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri del Corpo, che invita il Governo Meloni ad incontrare il SAPPE e le altre Organizzazioni del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico sui temi del rinnovo contrattuale e delle politiche governative sulla sicurezza.
Contratto Comparto Sicurezza e Difesa scaduto dal 31 dicembre 2021
“Il contratto del Comparto Sicurezza e Difesa è scaduto il 31 dicembre 2021, per cui si rende improcrastinabile avviare le trattative per il rinnovo del triennio 2022 – 24.
A tal fine bisogna aprire il tavolo di confronto con la Funzione Pubblica ma, soprattutto, è necessario stanziare adeguate risorse nella prossima legge di bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2023”, scrive Donato Capece, segretario generale del SAPPe, in una lettera indirizzata al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo MANTOVANO ed a tutti i Ministri interessati (Interno, Giustizia, Difesa, Economia e Finanza e Pubblica Amministrazione).
Per il Sappe da scongiurare ipotesi vacanza contrattuale oltre il triennio di riferimento
“Se ciò non dovesse avvenire, si determinerebbe una vacanza che andrebbe oltre il triennio di riferimento; ipotesi, questa, da scongiurare, per gli effetti negativi che determinerebbe sul potere di acquisto degli stipendi (tra l’altro i più bassi d’Europa, a causa, anche, di un meccanismo, indice IPCA, che non tiene conto dell’aumento dei prezzi dei valori energetici importati), ma anche sui successivi rinnovi, atteso che nell’ipotesi paventata bisognerebbe poi stanziare risorse anche per il triennio 2025 – 27.
A ciò si aggiunge anche il rinnovo dell’Area negoziale della dirigenza, per i trienni 2018 – 20 e 2021 – 23, in parte finanziati, ma con risorse esigue.
La Funzione Pubblica, da interlocuzioni informali, ha anche prospettato problemi di carattere tecnico normativo che andrebbero affrontati e risolti preliminarmente, soprattutto per quanto riguarda il settore dei militari”.
Opportuno cambiare la destinazione delle risorse previste
Per il leader del SAPPe, inoltre, “con la precedente legge di Bilancio, all’art. 1, comma 330, è stato previsto lo stanziamento di 1000 milioni di euro da destinare alla contrattazione collettiva, come emolumento una tantum per il 2023, da determinarsi nella misura dell’1,5 per cento dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza.
Incrementare le risorse stanziate per il rinnovo del contratto forze di polizia
Tale previsione va ad incrementare le risorse stanziate con la precedente legge di Bilancio, che ammontano a 310 milioni per il 2022 e 500 milioni per ognuno dei due anni successivi, per un totale di 1310 milioni di euro.
Potrebbe essere opportuno, a parere di chi scrive, cambiare la destinazione delle risorse previste come stanziamento una tantum per il solo 2023 (1000 milioni), aggiungendole a quelle stanziate con la legge di Bilancio del 2022, per un totale di 2310 milioni di euro.
Le condizioni per l’avvio delle trattative
Le stesse, aggiunte ad un ulteriore e adeguato stanziamento da prevedersi nella legge di bilancio per il 2024, determinerebbero le condizioni per l’avvio delle trattative almeno all’inizio del 2024”.
Sollecitato sottosegretario Presidenza Consiglio Alfredo Mantovano
Per queste ragioni, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria chiede al Sottosegretario Mantovano un incontro per avviare un costruttivo confronto sulle questioni prospettate.
Consultare anche i sindacati del comparto sicurezza sul DEF
“Evidenziamo, altresì, che la presentazione del DEF è stata, negli anni passati, un’occasione di confronto con le OO.SS. e le rappresentanze militari del Comparto Sicurezza e difesa, al pari di quanto avviene con le confederazioni”, conclude Capece.
“Il citato confronto, nonostante sia normativamente previsto, è stato disatteso dagli ultimi governi, per cui rinnoviamo anche la richiesta di riprendere tale utile prassi”.
Leggi la nota integrale inviata dal SAPPe
Illustre Sottosegretario,
il contratto del Comparto Sicurezza e Difesa è scaduto il 31 dicembre 2021, per cui si rende improcrastinabile avviare le trattative per il rinnovo del triennio 2022 – 24.
A tal fine bisogna aprire il tavolo di confronto con la Funzione Pubblica ma, soprattutto, è necessario stanziare adeguate risorse nella prossima legge di bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2023.
Se ciò non dovesse avvenire, si determinerebbe una vacanza che andrebbe oltre il triennio di riferimento; ipotesi, questa, da scongiurare, per gli effetti negativi che determinerebbe sul potere di acquisto degli stipendi (tra l’altro i più bassi d’Europa, a causa, anche, di un meccanismo, indice IPCA, che non tiene conto dell’aumento dei prezzi dei valori energetici importati),
ma anche sui successivi rinnovi, atteso che nell’ipotesi paventata bisognerebbe poi stanziare risorse anche per il triennio 2025 – 27.
A ciò si aggiunge anche il rinnovo dell’Area negoziale della dirigenza, per i trienni 2018 – 20 e 2021 – 23, in parte finanziati, ma con risorse esigue.
La Funzione Pubblica, da interlocuzioni informali, ha anche prospettato problemi di carattere tecnico/normativo che andrebbero affrontati e risolti preliminarmente, soprattutto per quanto riguarda il settore dei militari.
Inoltre, con la precedente legge di Bilancio, all’art. 1, comma 330, è stato previsto lo stanziamento di 1000 milioni di euro da destinare alla contrattazione collettiva, come emolumento una tantum per il 2023, da determinarsi nella misura dell’1,5 per cento dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza.
Tale previsione va ad incrementare le risorse stanziate con la precedente legge di Bilancio, che ammontano a 310 milioni per il 2022 e 500 milioni per ognuno dei due anni successivi, per un totale di 1310 milioni di euro. Potrebbe essere opportuno, a parere di chi scrive, cambiare la destinazione delle risorse previste come stanziamento una tantum per il solo 2023 (1000 milioni), aggiungendole a quelle stanziate con la legge di Bilancio del 2022, per un totale di 2310 milioni di euro.
Le stesse, aggiunte ad un ulteriore e adeguato stanziamento da prevedersi nella legge di bilancio per il 2024, determinerebbero le condizioni per l’avvio delle trattative almeno all’inizio del 2024.
Per le ragioni di sopra evidenziate Le chiediamo un incontro, al fine di avviare un costruttivo confronto sulle questioni prospettate.
Evidenziamo, altresì, che la presentazione del DEF è stata, negli anni passati, un’occasione di confronto con le OO.SS. e le rappresentanze militari del Comparto Sicurezza e difesa, al pari di quanto avviene con le confederazioni.
Il citato confronto, nonostante sia normativamente previsto, è stato disatteso dagli ultimi governi, per cui rinnoviamo anche la richiesta di riprendere tale utile prassi.