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Riforma Pensioni Comparto Sicurezza e Difesa: ma è prorpio così?

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 Secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche, nel 2023 potrebbe essere adottata una riforma che andrebbe a “modificare” i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia per il Comparto Sicurezza e Difesa. 

Malgrado la notizia possa essere fondata, altro non è che una piccola modifica al sistema pensionistico di  militari e poliziotti, che andrebbe a precludere soltanto la possibilità di accedere al sistema pensionistico con il raggiungimento di 58 anni di età e 35 anni di contributi effettivi, istituto quasi del tutto inutilizzato e meglio specificato nella circolare Inps che postiamo di seguito.

Altra notizia, secondo noi fuorviante, è che al Comparto  Sicurezza e Difesa non siano state applicate le regole generali legate alla speranza di vita sulle quali si basano tutti i sistemi pensionistici europei. L’Inps aggiorna costantemente l’aspettativa di vita del Comparto Sicurezza e Difesa con apposita circolare ( leggi QUI). 

Forse sarebbe stato più corretto dire che il nostro sistema previdenziale non è stato aggiornato alla stessa stregua di quello degli altri paesi europei dal lontano 1995( al riguardo leggi il comunicato congiunto di alcuni sindacati), sul tema intervenne anche l’AMUS Aeronautica ( Leggi QUI). Soltanto nell’ultima legge di bilancio potrebbe finalmente vedersi realizzato un tanto agognato stanziamento di risorse ( Leggi l’articolo del Luogotenente in quiescenza Antonio Pistillo).

Ad ogni modo, se proprio volessimo fare un paragone con alcuni tra i più grandi stati europei, tema che tra l’altro affrontammo in passato in questo articolo, in Germania, ad esempio, il sistema previdenziale complementare è attivo da decenni.

In Francia va anche meglio, oltre ad un sistema previdenziale complementare di tutto rispetto, i militari per accedere alla quiescenza, se ufficiali devono aver maturato solo 29,5 anni di servizio effettivo, mentre, se sottufficiali, devono aver maturato soltanto 19,5 anni di servizio effettivo, prorpio come accadeva in Italia fino a 35 anni fa. 

Di seguito l’articolo de Il Giornale circa l’aumento delle pensioni in ambito militare, clicca QUI

 

 

 

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