Nonostante le reiterate raccomandazioni e nuove imposizioni del Governo per prevenire il dilagare della pandemia in costante aumento da qualche settimana, in Aeronautica si registrano situazioni alquanto dubbie dal punto di vista della precauzione e del rispetto delle più elementari regole di buon senso.
Infatti in molti reparti dell’Aeronautica si ha l’impressione che il Covid non esista affatto: orari di servizio lunghi che obbligano il personale a consumare il pasto in mense affollate, abolito quasi ovunque lo smart working, bar interni aperti, corsi presso istituti di addestramento e formazione svolti in presenza con militari provenienti da diverse parti d’Italia, equipaggiamento scambiato tra colleghi a fine turno senza le opportune sanificazioni e inadeguatezza delle strutture ad accogliere eventuali contagiati.
Una situazione pericolosa, denuncia il Sindacato Aeronautica Militare che scrive ai vertici della forza armata invitandoli ad intervenire con rapidità attraverso direttive certe e soprattutto chiare e univoche per tutti.
Il SIAM, attraverso la sua fitta rete di iscritti, sezioni e responsabili territoriali, ha riscontrato difformità nel rispetto delle norme anti- covid emanate dagli organi superiori militari e sanitari, tra un reparto e l’altro, praticamente un quadro generale che fa emergere una situazione pirandelliana.
Queste azioni di lassismo generalizzate vanno avanti ormai da mesi e non c’è nessun segnale che vada in senso contrario nonostante i casi aumentino un po’ ovunque e nonostante le numerose lettere scritte allo Stato Maggiore da parte del SIAM.
Di questo passo, conclude il Sindacato Aeronautica Militare, c’è il rischio che presto si potrebbe arrivare ad avere situazioni difficili da gestire all’interno degli aeroporti militari, il che sarebbe assolutamente da scongiurare visti gli imprescindibili compiti istituzionali che l’Aeronautica militare svolge per il Paese.
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