REGALO DI FINE ANNO ALLA DIRIGENZA O SALTO DI QUALITA’ NEL LEGITTIMO RICONOSCIMENTO DEL PAGAMENTO DEL COMPENSO PER IL LAVORO STRAORDINARIO A FAVORE DI TUTTO IL PERSONALE DELLE FORZE ARMATE?

Poco prima dello scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2020 i Ministri della Difesa e dell’economia e delle finanze hanno firmato un decreto interministeriale che ha rideterminato i limiti orari individuali in materia di “compenso di lavoro straordinario”, con specifico riferimento alla fissazione del monte ore annuo pro capite e delle relative maggiorazioni.

Dobbiamo riconoscere che da un’iniziale lettura, tale provvedimento è sembrato l’ennesimo regalo alla dirigenza militare pur tuttavia emergendo, che le novità introdotte prevedrebbero per tutto il personale militare e a decorrere dall’anno finanziario 2020:

− l’innalzamento dei tetti massimi annuali individuali a 450 ore;

− la maggiorazione di detti tetti fino ad un massimo del 70%, elevabile, in caso di straordinarie esigenze di carattere emergenziale (quale quella pandemica in atto) al 100%.

E’ indubbio, che il provvedimento abbia dei risvolti epocali, perché ha innalzato i tetti massimi annuali (450 ore) senza distinzione di ruolo, e ha esteso a tutto il personale militare, l’incremento a circa 765 ore annuali retribuibili o addirittura a 900 ore (per quest’ultima previsione è necessaria l’autorizzazione di un alto dirigente).

Giova ricordare al riguardo, che le precedenti misure remunerative, prevedevano un tetto massimo di retribuzione del lavoro straordinario di:

− 300 ore, per il personale dei gradi direttivi e non direttivi e per i dirigenti non titolari di posizione organicamente prevista;

− 450 ore, per il personale dei gradi dirigenziali titolare di posizione organicamente prevista.

Per coloro poi che raggiungevano i citati monte-ore, in caso d’impreviste e indilazionabili esigenze di servizio o carenze organiche, si poteva autorizzare il superamento dei predetti limiti fino ad un massimo del:

− 70% per il personale riferito alle 300 ore (totale 510 ore);
− 20% per il personale riferito alle 450 ore (totale 540 ore).

 

È tutto oro quello che luccica? Decisamente no, tant’è vero che noi del sindacato del S.I.A.M.O. Esercito non abbiamo accolto di certo con tripudio il presente Decretoconsiderato che tra le pieghe dello stesso vi sono fattori che si presentano alquanto lacunosi. 

In primo luogo resta il nodo cruciale riguardo a un tetto minimo mensile di ore remunerabili per tutto il personale che matura ore in eccesso all’ordinario orario di lavoro.

Mentre resta innegabile, come tale provvedimento richieda innanzitutto la giusta copertura finanziaria per soddisfare il pagamento di tutte le ore maturate da parte di tutto il personale.

Perché, sarebbe disdicevole che già a partire dall’anno finanziario 2020, anno in cui la crisi pandemica ha visto il personale militare dell’Esercito impiegato in innumerevoli attività per la gestione dell’emergenza, venissero fatte delle sperequazioni tra chi ha lavorato all’interno di staff magari anche alle dirette dipendenze dei vertici militari e chi invece ha operato e continua a farlo, sul terreno. 

Inoltre, dovrà essere veicolato e consolidato in tutti i decisori il principio, normativamente riconosciuto che il compenso in denaro delle prestazioni eccedenti l’orario di lavoro settimanale è da considerarsi quale forma di remunerazione prioritaria rispetto al recupero compensativo, ciò in applicazione dell’articolo 14 del D.P.R. 52/2009.

Pertanto, con l’approvazione del predetto Decreto, già con l’esercizio finanziario 2020, il SIAMO Esercito chiederà allo Stato Maggiore dell’Esercito, che ai fini della massima trasparenza, venga resa pubblica la ripartizione delle risorse destinate al pagamento del lavoro straordinario, distinta per ruoli, ricorrendo all’istituto del recupero compensativo solo in via eccezionale.

Inoltre, come già ampiamente riconosciuto anche dallo Stato Maggiore della Difesa, sarà opportuno, rivedere in sede normativa, la possibilità di differire il pagamento di ore di straordinario non remunerabili per carenza di fondi, negli anni successivi, fino ad avvenuta copertura finanziaria e, per ultimo, ma alla stessa stregua importante, la ripartizione di un contingente minimo pro capite, ciò al fine di assicurare un tetto salariale mensile a tutte le categorie della Forza Armata.

In conclusione, visto il risultato raggiunto di riconoscere a tutti pari diritti, crediamo fortemente sia giunto il momento di rivedere in maniera più equa ed equilibrata gli importi attribuiti per i compensi previsti per il pagamento dello straordinario tra categorie, dove l’attuale retribuzione di un graduato è pari a circa 1/3 di quella di un dirigente.

Pur consapevoli che la critica congiuntura economico-finanziaria del nostro Paese  forse avrebbe richiesto una flemmatizzazione di queste misure normative, continueremo a vigilare, per la salvaguardia dei diritti dei nostri iscritti, sull’implementazione delle misure previstedal Decreto in esame.

Noi ci SIAMO sempre!

Roma, 7 gennaio 2021

IL DIRETTIVO NAZIONALE

S.I.A.M.O. Esercito

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