TONELLI e PIASTRA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
Nei giorni scorsi a Bologna si sono verificati a poche ore di distanza due eclatanti reati di grave allarme sociale: l’11 maggio 2021 una rapina a mano armata ad un portavalori davanti alla sede Carisbo di via Bentini alla Corticella e, il 12 maggio, una sparatoria al Pilastro tra un tunisino e un marocchino originata, a quanto sembra dalle prime ricostruzioni, da un regolamento di conti per questioni di droga,
I quotidiani locali riportano che il marocchino è stato ricoverato in condizioni gravi e che, a seguito dei rilievi nella zona, eseguiti dopo le segnalazioni di alcuni residenti che avevano visto persone altre armate in strada, sono stati trovati nell’area di via Natali due coltelli e un machete;
non si tratta certamente di casi isolati se è vero, come è vero, che l’indice della criminalità elaborato dal Sole24ore ha posto Bologna nel podio delle città più pericolose d’Italia; nel 2019 e nel 2020, secondo la stessa classifica, la città occupava il quarto posto nel Paese con 5867 denunce ogni 100.000 abitanti; sempre con riferimento al 2020, Bologna si è distinta per le violenze sessuali (1° posto con 179 denunce), le truffe (3° posto con 12568 denunce), i furti con destrezza (4° posto con 6571 denunce), le rapine negli esercizi commerciali (5° posto con 100 denunce) e le estorsioni (4° posto con 240 denunce);
invero, anche se la situazione negli ultimi anni è peggiorata, non si tratta di picchi criminali da ricondurre a circostanze passeggere: le statistiche dei reati redatte a cura del Ministero dell’interno dimostrano che la situazione di grave insicurezza è riscontrabile in maniera lineare e costante negli ultimi decenni;
tutto ciò dimostra come il problema di sicurezza pubblica per Bologna non sia soltanto reale, ma sia anche endemico e che perciò richieda un particolare sforzo da parte dello Stato;
a fronte della situazione sopra descritta, il Ministero dell’interno ha proceduto negli ultimi anni a tagliare i reparti territoriali delle forze dell’ordine, sguarnendo la città di molte centinaia di unità che sarebbero stati utili per prevenire e reprimere i numerosi eventi criminali che la città sopporta;
questa contrazione di organico è stata decisa sulla base del cosiddetto criterio storico-amministrativo, che è legato a valutazioni operate a tavolino e basate sul rispetto di criteri e protocolli del tutto astratti; si tratta così di un parametro inadeguato nel caso di specie, perché non tiene conto delle concrete e particolari esigenze della città di Bologna; questa ha oggi bisogno più che mai di un aumento e non di una decapitazione del suo organico di polizia –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza di Bologna e se, anche in considerazione dei fatti e dei dati esposti in premessa, non ritenga a tal fine necessario rafforzare l’organico del personale di polizia della città, abbandonando, se del caso, il criterio storico-amministrativo di assegnazione.
(4-09285)