Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato il via libera alle DISPOSIZIONI INTEGRATIVE E CORRETTIVE AL DECRETO LEGISLATIVO 28 GENNAIO 2014, N. 7 già dallo scorso 26 aprile. Un ok che ha dei buoni motivi e sono tutti relativi al risparmio economico che le casse dello stato avranno nei prossimi anni.
Infatti leggendo bene le tabelle poste in calce , il governo risparmierebbe milioni di euro, tutti derivati dalla differenza del trattamento economico in servizio ed il trattamento economico in ARQ o AUSILIARIA, ma non solo, ci sarebbero notevoli risparmi anche sull’erogazione del TFS .Quindi quello che può apparire a taluni come un regalo, tanto regalo non è! Di contro, la possibilità di fuoriuscita, che potrebbe favorire quel personale avanti con l’età ma che non ha i contributi in regola.
Piccola parentesi, nel decreto vengono citati Primi Marescialli e Luogotententi, ma evidentemente il legislatore non ha ancora ben chiaro il quadro degli avanzamenti del Ruolo Marescialli. Forse per questo il riordino delle carriere è in fase di stallo perenne.
Detto questo, nello schema del decreto legislativo n. 277 del 12 aprile, sono state inserite alcune tabelle esemplificative della differenza sul trattamento economico in servizio ed il trattamento economico in Ausiliaria:
Come potete vedere la differenza è netta e stiamo parlando di AUSILIARIA, che prevede addirittura oneri per le casse dello stato a differenza dell’ Aspettativa Riduzione Quadri, che invece prevede un taglio del 5% sullo stipendio.
Non ci resta quindi che attendere il prossimo anno e vedere le “reali” intenzioni del governo. L’accesso all’ ARQ potrebbe riscuotere un enorme successo, ma dovremo necessariamente attendere Il piano di programmazione triennale scorrevole, che disciplina il collocamento in ARQ e rientra tra le misure di gestione delle eccedenze. Sarà adottato annualmente con DPCM ai sensi dell’articolo 2209- quater del COM, ai fini del progressivo conseguimento delle dotazioni organiche complessive di cui all’articolo 798, comma 1, del COM, fino all’anno 2024 ovvero al diverso termine stabilito ai sensi dell’articolo 5, comma 2, della legge n. 244/2012.
QUI l’ok del Ministero dell’Economia e delle Finanze