Resta aggiornato, iscriviti alle news in tempo reale. Per saperne di più clicca QUI Secondo un’indagine recente, chi intraprende la carriera militare rischia più degli altri di vedere fallire il proprio matrimonio. Poi ci sono i lavoratori del settore automobilistico e i professionisti della sanità. Fra le ragioni, le frequenti assenze da casa
Il numero di matrimoni falliti continua a crescere: secondo Eurispes, negli ultimi vent’anni, in Italia, il tasso di separazione è aumentato da 14,4 a 43,4 su 100 matrimoni e quello dei divorzi è passato da 8,8 a 26,3 su 100. Il maggior numero di scioglimenti si registra al Nord (54,6%), ma i valori crescono anche al Centro (dal 17,8% del 1991 al 22,1% del 2011) e al Sud, dove i casi sono più che raddoppiati in valori assoluti (da 5.482 nel 1991 a 12.562 nel 2011).
Nessuna indagine, finora, è ancora riuscita ad individuare i veri indicatori per cui i matrimoni finiscono, ma sembra proprio che le persone che seguono determinati percorsi di carriera abbiano più probabilità degli altri di trovarsi ad affrontare problemi destinati a non essere risolti.
Lo dimostra una ricerca di un sito americano per nuove opportunità professionali, Zippia, che ha analizzato i dati che riguardano le coppie che si lasciano.
Sembra che la carriera più a rischio di tutte sia quella militare: 3 su 10 delle persone che la intraprendono, in media, vedono fallire il proprio matrimonio. Al secondo posto c’è chi si occupa di logistica, ci sono i meccanici del settore automobilistico, gli ingegneri e i tecnici. Poi i professionisti della sanità.
Ma perché i militari? Un po’ come per quanto riguarda le ragioni per cui si divorzia, la risposta non è del tutto chiara e univoca, ma l’ipotesi di Zippia è che la maggior parte di loro deve sopportare lo stress causato dal tipo di lavoro: i loro matrimoni sono spesso devono affrontare le trasferte frequenti, la necessità di dare continuamente spiegazioni e le difficoltà di reintegrazione nella vita quotidiana che il coniuge militare ha quando si riunisce con la famiglia.
Anche un altro studio, pubblicato l’anno scorso sul Journal of Population Economics, è concorde nel ritenere che la carriera militare ha un effetto negativo sul matrimonio. L’indagine ha rilevato che i tassi di divorzio sono aumentati in modo significativo quando i coniugi hanno dovuto trascorrere lunghi periodi lontano da casa.
Ma Jacey Eckhart di Military.com scrive che quando le coppie hanno bene in mente a che cosa andranno incontro prima di sposarsi, queste difficoltà rendono ancora più forti le unioni. E l’esercito stesso, in realtà, incoraggia il matrimonio con benefit per le coppie e per la tradizione culturale che attribuisce un grande valore alle nozze.
Ci sono anche lavori che, invece, sembrano la premessa di un matrimonio lungo e felice. Chi divorzia meno fa l’insegnante di religione (o, comunque, lavora nell’ambito religioso), il dentista o il logopedista.