Poliziotti penitenziari, liberi dal servizio, alla ricerca dell’ergastolano fuggito

Ritrovata la Yaris utilizzata per evasione: Poliziotti Penitenziari liberi dal servizio partecipano alle ricerche di Perrone

si stringe il cerchio intorno a Fabio Perrone, l’ergastolano evaso dal “Vito Fazzi” di Lecce in fuga dopo aver ferito tre persone. Ritrovata infatti l’auto della fuga nei pressi di Casalabate. Secondo la Procura, l’uomo è stato aiutato da qualcuno ed è ricercato ora per tentativo di omicidio, evasione, spari in luogo pubblico, rapina e porto abusivo di arma da fuoco.

Tutta la Puglia è stata passata al setaccio, nella notte, alla ricerca di Fabio Perrone, l’ergastolano 42enne di Trepuzzi evaso dall’ospedale Fazzi di Lecce durante una visita. Il “Triglietta”  –  così come era soprannominato negli ambienti della Sacra Corona Unita  –  è un uomo pericoloso, disperato e ha con sé la pistola sottratta a uno dei poliziotti  della Polizia Penitenziaria che lo hanno accompagnato in ospedale. Sin dalle prime ore successive alla fuga, il Questore di Lecce Pierluigi d’Angelo ha predisposto, secondo intese con i Comandanti Provinciali delle altre Forze di Polizia, di concentrare le ricerche nei luoghi precedentemente frequentati dall’evaso, estendendole anche alle province limitrofe di Taranto, Brindisi, oltre che a Bari e Foggia, anche con l’impiego di elicotteri. Sono stati, inoltre, allertati porti ed aeroporti.

Il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lecce, Cataldo Motta, non esclude alcuna ipotesi: “Siamo in una fase delle indagini in cui é prematuro fare ogni considerazione. Al momento non possiamo escludere alcuna ipotesi, neppure quella che possa essersi rifugiato oltre Adriatico”. “Quello che sappiamo – afferma Motta – é che in realtà sapeva bene a che ora sarebbe stato condotto in ospedale, perché il giorno prima aveva dovuto sottoporsi alla fase di preparazione propedeutica alla colonscopia, ma da qui a dire che avesse progettato la fuga ce ne passa. Diciamo che ha avuto del tempo per pensarci, sfruttando poi al momento le condizioni favorevoli venutasi a creare”. Per il procuratore leccese almeno nella fase iniziale della fuga, Perrone non dovrebbe aver avuto alcun appoggio esterno nella fuga, trovando però subito il modo di comunicare e trovare appoggio su una – ha detto Motta – “catena di fiducia”.

La targa della Toyota Yaris grigia è stata diramata a tutte le forze dell’ordine d’Italia, così come la foto di Perrone, insieme alla richiesta per chiunque lo veda di avvertire immediatamente il 113. E numerose, infatti, sono state le segnalazioni di avvistamento giunte nelle ultime ore ai centralini di caserme e commissariati ma nessuna, finora, ha dato esito positivo. Il Salento, intanto, è stato militarizzato con l’invio di un elicottero e di uomini in supporto a tutte le forze dell’ordine, solo 150 per la Polizia Penitenziaria. Alle ricerche partecipano anche agenti penitenziari liberi dal servizio.

Nel penitenziario di Lecce Fabio Perrone era stato detenuto per 18 anni dopo la condanna per associazione a delinquere e lì stava scontando fino a ieri l’ergastolo inflitto nello scorso giugno per l’omicidio del montenegrino 45enne Fatmir Makovic, avvenuto in un bar di Trepuzzi il 28 marzo 2014. Anche in quell’occasione Triglietta non esitò a scaricare un intero caricatore in mezzo alla gente, così come ha fatto ieri mattina nell’ospedale di Lecce. All’epoca riuscì a sottrarsi all’arresto per pochi giorni, perché alcune persone del suo paese lo aiutarono a nascondersi in una villetta disabitata in una delle marine leccesi.

Quelle stesse persone (indagate all’epoca per favoreggiamento) vengono tenute sotto stretta osservazione, insieme a parenti e amici di Perrone, nelle cui abitazioni sono state effettuate  numerose perquisizioni.

E c’è timore al campo rom Panareo dove tutt’ora vivono i familiari dell’uomo ucciso a Trepuzzi al bar Gold. “Sì – hanno dichiarato alcuni residenti del campo rom- abbiamo paura che possa venire qui da noi per vendetta, viviamo nel terrore, tanto che dieci di noi ogni 2 ore facciamo il turno a presiedere e controllare l’ingresso al nostro campo. ieri, notte nessuno qui ha dormito in preda allo shock per aver appreso la notizia della sua fuga”.

fonte:

http://www.poliziapenitenziaria.it/public/post/ritrovata-la-yaris-utilizzata-per-evasione-poliziotti-penitenziari-liberi-dal-servizio-partecipano–5054.asp

 

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