Arrestato questa mattina un ufficiale giudiziario presso l’ufficio notifiche del Tribunale di Pisa, per il reato di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e sostituzione di persona.
L’indagine della Squadra mobile è partita nel mese di ottobre 2020 a seguito di una segnalazione di alcuni dipendenti e colleghi del funzionario infedele che, a seguito di verifiche interne, avevano riscontrato alcune anomalie.
In particolare i colleghi dell’ufficio avevano appurato che nell’ambito di alcune procedure esecutive mobiliari ed in alcune procedure di sfratto, per le quali gli ufficiali giudiziari incaricati percepiscono dallo Stato delle indennità supplementari per ogni singolo intervento, risultavano in numero superiore rispetto a quelle effettivamente svolte.
Dall’analisi dei fascicoli trattati dal funzionario e dalle testimonianze degli avvocati, che rappresentavano la parte procedente nelle procedure esecutive, al fine di apprendere quale fosse stato l’esatto numero di interventi, i poliziotti hanno riscontrato effettivamente un maggior numero di trasferte e di “accessi” per il medesimo procedimento rispetto a quelli compiuti realmente.
Dal 2014 al marzo 2021, è stato accertato che lo stesso avrebbe accumulato un ingiustificato profitto per oltre 26.000 euro.
Ma l’Ufficiale giudiziario non si limitava alla sola produzione di atti falsi. Infatti, durante il periodo della pandemia, in cui gli avvocati dei creditori dovevano richiedere gli accessi solo telefonicamente, il dipendente infedele, più volte fingendosi il legale di una procedura esecutiva per cui era competente, contattava con un numero non noto, i colleghi del centralino dell’ufficio, per prenotare un intervento dell’ufficiale giudiziario, così poi da poterlo contabilizzare illecitamente.
Gli investigatori attraverso l’analisi dei tabulati telefonici hanno documentato come da un numero secondario intestato al Funzionario, lo stesso aveva effettuato numerose telefonate proprio in coincidenza con delle richieste di prenotazione di accessi da parte di avvocati titolari di alcuni suoi fascicoli.
All’indagato, all’atto dell’arresto, è stato notificato anche un decreto di sequestro per l’importo di circa 26.000 euro, provvedimento eseguito presso le banche dove il funzionario infedele ha i conti correnti.
POLIZIA DI STATO