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Pignoramenti Sigonella, altra vittoria del lavoratore «Per ottenere giustizia devo buttarmi da una gru?»

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Sembra non conoscere un punto d’arrivo la guerra giudiziaria tra gli Stati uniti d’America e l’ex vetrinista, impiegato nella base militare di Sigonella, Carmelo Cocuzza.

L’uomo era stato licenziato nel 2000 perché, secondo gli statunitensi, aveva falsificato le timbrature d’ingresso.

Accuse cadute dopo tre gradi di giudizio che, nel 2014, hanno dimostrato la totale innocenzadell’operaio catanese, hanno imposto il reintegro nel posto di lavoro, ilpagamento degli stipendi dovuti e quello delle spese processuali a caricato degli Usa.

Sentenze non rispettate dall’amministrazione a stelle e strisce che, nonostante le condanne, ha denunciato Cocuzza ponendolo al centro di tre nuovi procedimenti giudiziari. In uno di questi, scaturito a seguito del pignoramento di un negozio nella base, con un’ordinanza del 16 agosto, il tribunale di Catania ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dall’avvocata Donna Chapin – che chiedeva la sospensione della misura –  imponendo anche il pagamento delle spese. Che ammontano complessivamente a circa tremila euro.

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