Ancora sangue e violenza nel carcere di Pesaro, dopo un analogo fatto violento accaduto contro la Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale.
A dare la notizia è Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE:
“Venerdi 5 febbraio, nel carcere pesarese, un detenuto italiano di circa 30 anni con gravi problemi psichiatrici, solo da alcuni mesi trasferito dal carcere di Ferrara e già protagonista di vari episodi di violenza, aggressione ed altro, verso le ore 19.30 circa ha aggredito il poliziotto del Reparto con motivazioni pretestuose, colpendolo con uno schiaffo all’altezza dell’orecchio e proferendo parole di minaccia nei confronti dei vertici dell’istituto, responsabili, a suo dire, di assenza di attenzione nei confronti della sua persona e della sua situazione detentiva.
Il gesto è stato così improvviso e immotivato che solo grazie all’immediato intervento di altri poliziotti di servizio ed anche di alcuni detenuti presenti, che si sono contrapposti tra l’aggressore e l’agente, non si è consumata una tragedia.
Tutto questo a certificare, qualora ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria di tutti i livelli – locali, regionali e nazionali – non ne fossero ancora convinti, inadeguatezza e inidoneità che persone con problemi psichiatrici continuino a essere reclusi in istituti penitenziari e non in istituti dove, oltre ad essere custoditi, possono essere anche curati.
Quali sono i motivi per i quali un detenuto con problemi psichiatrici, che nel carcere di Ferrara si era reso autore di due aggressioni ad agenti ed al compagno di cella nonchè continuamente ha posto in essere atti autolesionistici, è stato trasferito al carcere di Pesaro e non in un istituto con annesso r.m.s o reparto di osservazione psichiatrico?”.
“La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rivolge “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di PESARO, che ancora una volta ha risolto in maniera professionale ed impeccabile un grave evento critico” e giudica la condotta del detenuto che ha provocato le aggressioni “irresponsabile e gravissima”.
Il SAPPE stigmatizza la mancata assunzione di provvedimenti da parte del Ministero della Giustizia a tutela dei poliziotti penitenziari “sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e, nonostante, senza alcuna tutela reale della propria incolumità fisica personale.
Anche i detenuti con gravi problemi psichiatrici, spessissimo tra i principali protagonisti di eventi critici in carcere insieme agli stranieri, sono soggetti che non possono stare in un carcere normale ed è stato sbagliato chiudere gli Opg:
bisognava riformali, indubbiamente, ma non chiuderli. Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa, accentuati anche dalla scellerata vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile.
Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali, Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!”
I detenuti presenti nelle Marche, lo scorso 31 gennaio, erano complessivamente 832, dei quali 117 erano ristretti a Pesaro dove, nel corso dell’anno 2020, si sono contati 41 colluttazioni.
Roma, 7 febbraio 2021
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE +
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