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Perchè Le Forze Armate non chiamano per il fronte COVID -19 i medici e gli infermieri motivati e già selezionati pronti per essere impiegati?

Close up partial view of medical doctor wearing military uniform and stethoscope with medical coat in background.

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Riceviamo e pubblichiamo:

In un momento storico in cui appare di assoluto rilievo avvalersi di professionalità qualificate e rapidamente impiegabili per far fronte all’emergenza sanitaria in corso, e alla luce del fatto che allo stato attuale (e probabilmente per molti altri mesi) i relativi concorsi per i reclutamenti nelle Forze Armate sono stati sospesi o rinviati a data da destinarsi, l’Unità delle Professioni Sanitarie delle Forze Armate e di Polizia (ProSanFAP) di AsSoDiPro rileva con dispiacere e preoccupazione il mancato intendimento dell’Amministrazione di attingere alle attuali graduatorie relative ai concorsi per nomina diretta di medici e infermieri, al fine di reclutare il personale sanitario per fronteggiare lo stato di necessità contingente.


In piena pandemia e per porre rimedio alle oggettive carenze organiche, infatti, il Ministero della Difesa ha bandito concorsi in cui esprime esigenze di alimentazione per le suddette professionalità da immettere nei Ruoli Normali, ignorando però la possibilità di non poco rilievo pratico di procedere con l’ampliamento e/o scorrimento delle graduatorie consolidatesi al termine dei paritetici concorsi nel 2019 (pubblicate solo pochi mesi prima del diffondersi della pandemia) al fine di poter preservare il regolare funzionamento dei servizi sanitari, ed ovviare alla carenza di personale attingendo a un bacino di professionisti e concorrenti – già idonei e collocatisi validamente in precedenti graduatorie concorsuali – senza la necessità di dover procedere a un nuovo iter concorsuale che comporterebbe numerose difficoltà sia a livello logistico che finanziario, oltretutto con la più che realistica impossibilità della loro realizzazione o che possano concludersi ben oltre la fine dello stato di emergenza fissato dalla Protezione Civile.

Non riscontrando reali controindicazioni alla misura di attingere dalle graduatorie già in essere, praticamente a costo zero, o comunque estremamente ridotto rispetto ai fondi previsti, i motivi che possano sottendere questa scelta restano sconosciuti anche agli addetti ai lavori, che stando agli ultimi riscontri si erano già espressi favorevolmente tanto in ambiti strettamente amministrativi (Direzione Generale Personale Militare:

per i concorsi per il reclutamento a nomina diretta di Ufficiali medici delle Forze Armate, le cui graduatorie di merito sono state approvate nel corso del 2019, è stata predisposta una bozza di emendamento volta a reclutare i concorrenti risultati idonei non vincitori delle graduatorie approvate nell’anno 2019. Si tratta di cinque unità di cui tre per l’Esercito, una per l’aeronautica Militare e una per l’Arma dei Carabinieri”) quanto in ambiti politici (Segreteria del Sottosegretariato: “non credo sussistano motivi ostativi, vista l’esigenza di nuovo personale sanitario, immagino che sarà proposta con ogni entusiasmo da tutta la Difesa”).

Anche dal punto di vista legislativo, optare per un semplice ampliamento di una graduatoria da poco pubblicata non avrebbe prestato il fianco a incompatibilità o rischi di creare pericolosi precedenti, specialmente visti i presupposti delineati dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria con la celebre sent. n.14/2011, la quale ha stabilito che, anche per Amministrazioni in cui lo scorrimento potrebbe non avvenire, può comunque essere certamente utilizzata tale procedura laddove vi siano “ragioni di opportunità per l’assunzione degli idonei collocati nelle preesistenti graduatorie“, concetto peraltro ribadito anche da pertinenti dichiarazioni della Ministra Dadone.

Inoltre, per quanto la Difesa ne abbia facoltà, appare perlomeno beffardo avvalersi soltanto di professionisti in ferma prefissata reclutati esclusivamente per titoli, ignorando il personale sanitario duramente selezionato che hanno dimostrato le loro capacità attitudinali, tecnico professionali e psciofisiche, e/o già integrato nella realtà militare, specialmente in tale contesto dove sarebbero richieste abilità specifiche e immediatamente impiegabili che chi è risultato idoneo alle suddette selezioni, durate diversi mesi e con notevole dispiego di fondi pubblici, ha dimostrato di avere.

Per tutti i motivi indicati ProSanFAP si auspica che tale decisione sia rivista nei tempi più brevi possibili, come già suggerito da alcuni deputati in sede di discussione parlamentare, congruamente alla reale necessità di semplificare gli annosi problemi di burocrazia che appesantiscono le Pubbliche Amministrazioni (recentemente esplicitati anche dal nostro Presidente del Consiglio), ai fini di consentire un’ancor più efficace risposta delle nostre Forze Armate alla situazione emergenziale in atto.

LA REDAZIONE

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