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PENSIONI, ECCO DI QUANTO POTREBBE ESSERE L’AUMENTO PER IL 2023 PER EFFETTO DELLA PEREQUAZIONE

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1 agosto 2022 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

La perequazione è un meccanismo attraverso il quale l’importo della pensione viene adeguato all’aumento del costo della vita identificato dall’Istat, al fine di proteggere il potere d’acquisto dei trattamenti pensionistici, quindi rientrano sia le pensioni dirette (trattamento minimo, pensione di vecchiaia, pensione anticipata ecc. ecc.) sia quelle indirette (pensione ai superstiti).

In questi ultimi anni le modalità di erogazione della rivalutazione sono state più volte riviste dal legislatore per esigenze di contenimento della spesa pubblica sino a generare molta confusione.

L’ultimo di questa serie di provvedimenti è stato quello del governo Conte che ha prorogato fino al tutto il 2021 il procedimento più penalizzante, ma prevedendo, nel contempo, che dal 2022 l’aumento tornasse ad essere applicato col sistema più favorevole.

L’applicazione della rivalutazione avviene ad inizio di ogni anno in via provvisoria rispetto all’inflazione dell’anno uscente ed in via definitiva rispetto a quella dell’anno precedente sulla base dei valori indicati in un D.M. del Ministero dell’Economia e delle Finanze adottato alla fine di ciascun anno.

Pensioni 2023, quale sarà l’aumento?
L’inflazione morde e il potere di acquisto degli italiani si r
iduce, ma mentre le retribuzioni sono oggetto di revisione contrattuale, le pensioni dovranno essere rivalutate dallo Stato.

Il Def 2022 mise di fatto in guardia dalla nuova impennata prevista per la spesa pensionistica soprattutto a causa della “significativa maggiore indicizzazione” dei trattamenti rispetto a quanto ipotizzato nell’autunno scorso e, pertanto, le maggiori risorse dovranno essere stanziate con la prossima legge di bilancio.

Stimando una inflazione annua per il 2022 intorno al 7%, le rivalutazioni potrebbero essere le seguenti:

Una scaletta che potrebbe, tuttavia, cambiare, visto che, secondo l‘Ufficio parlamentare di bilancio, nei prossimi tre anni lo Stato dovrà sborsare 45,4 miliardi di euro per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati e, quindi, non essendo più possibile chiedere un contributo di solidarietà per gli assegni d’oro, non è escluso che la rivalutazione possa essere ridimensionata, rintroducendo il sistema di perequazione penalizzante vigente fino al 2021.

La rivalutazione delle pensioni avviene ogni inizio anno, ma questanno potrebbe esserci una novità. Infatti, il decreto aiutibis che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri intorno a metà settimana, potrebbe prevedere, da settembre, unanticipazione di circa il 2% e la differenza da gennaio 2023.

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