Pensioni ceto medio. Quale futuro sulle perequazioni?

PEREQUAZIONE DAL 2023, ULTERIORE STANGATA PER I PENSIONATI DEL CETO MEDIO

 20 dicembre 2022 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

Con precedenti articolo, pubblicati su questo sito, è stata rappresentata l’evoluzione nel tempo della perequazione delle pensioni dal 2023 di cui all’art. 56 della legge di bilancio del 2023 che rintroduce un sistema di indicizzazione penalizzante per il 2023 e 2024.

Dopo che il governo Draghi aveva rispristinato il sistema più favorevole per l’indicizzazione delle pensioni, questo governo ha pensato di fare cassa con le pensioni del ceto medio in momento in cui l’inflazione viaggia a doppia cifra.

È opportuno precisare che una minore rivalutazione non solo diminuisce il potere di acquisto, ma arreca un danno economico che si trascina negli anni e per sempre.

Se è vero che la minore indicizzazione non è certo un’invenzione del governo Meloni (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte hanno fatto lo stesso, tranne Draghi), è altrettanto vero che un conto è limitare l’adeguamento quando l’inflazione era vicino allo zero o nella migliore delle ipotesi sopra 1%, un conto è limitarla quando l’inflazione viaggia a doppia cifra, tenendo conto che la rivalutazione del 7,3% è provvisoria, mentre la definitiva sarà resa nota solo quando si conoscerà il dato dell’inflazione finale del 2022.

Pertanto, per una pensione lorda mensile di 3.500 euro, un conto è perdere, per esempio, nel 2014 euro 170 annui lordi e nel 2018 euro 275 annui lordi e un conto è perdere 1.00,00 euro annui lordi nel 2023. In sintesi, si può affermare che la perdita del 2023 sarà superiore alla somma del danno arrecato dal 2012 al 2021.

Con lo specchio a seguire si evidenziano le differenti indicizzazioni, quelle vigenti, quelle indicate all’art. 56 della legge di bilancio 2023 e quelle ipotizzate in sede di discussione in parlamento.

 

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