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Padova, rissa tra detenuti nella Casa di Reclusione Due Palazzo. Protesta il SAPPE Polizia Penitenziaria: “Sezioni detentive come le banlieue parigine”

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Giornata di follia e violenza martedì nel carcere Due Palazzi di Padova, dove solamente il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari ha tamponato le conseguenze di una improvvisa e sciagurata rissa tra detenuti.

Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per voce del Segretario Nazionale del Triveneto Giovanni Vona.

“Quel che è accaduto, ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni?”, 
si chiede provocatoriamente Vona. “Nella mattinata di ieri, martedì 14 settembre, c’è stata in carcere una mega rissa tra albanesi e maghrebini. Mega rissa che è accaduta sempre nella stessa Sezione dove, qualche settimane fa, gli stessi protagonisti s erano presi a sprangate e sempre per gli stessi motivi di predominanza all’interno della sezione detentiva. Il risultato è stato di 4 detenuti inviati in  ospedali con il “118” per l’urgenza delle cure da prestare ai detenuti riottosi.. Per fortuna nessun agente è stato ferito, ma non è stato facile riportare alla calma il tutto”.

Vona denuncia: “La cosa più grave che emerge da questa ennesima rissa è che nulla l’amministrazione riesce a porre in essere per eliminare queste lotte tra bande in cui potrebbe anche avere epiloghi peggiori. Ormai questi “giochi di potere” dopo il  massiccio spostamento di detenuto verso la Casa di Reclusione di Padova dei mesi scorsi, sono all’ordine del giorno, alla pari di luoghi malfamati come le banlieue francesi dove vige la legge della giungla. Tale situazione di immobilismo da parte dell’amministrazione penitenziaria non possono essere trasferiti, sta  mettendo a dura prova il lavoro della Polizia Penitenziaria, tanto da decidere a breve azioni di protesta per manifestare il proprio disagio lavorativo”.

Impietoso il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarrele carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Importante è evidenziare, infine, che la quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Solamente l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria è riuscito a riportare la calma a Padova. Diversi ristretti sono rimasti feriti e, fortunatamente, nessun agente ha riportato danni malgrado l’intervento sia avvenuto in un clima di guerriglia.

Ovviamente tutto ciò si è potuto verificare grazie al regime “aperto” e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico”

Il SAPPE evidenzia infine che, nello stesso arco di tempo, “nelle carceri del Veneto si sono contati 381 atti di autolesionismo, 2 decessi, un suicidio, 47 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 195 colluttazioni e 33 ferimenticifre comunque contenute grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto. Ovviamente tutto ciò si è potuto verificare grazie al regime “aperto” e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico….”.

Roma, 15 settembre 2021

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE

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