Ora chiedete scusa ai nostri eroi in divisa

Scavano, a mani nude, per salvare vite; tirano fuori dalle macerie mamme, papà, vecchi e bambini; piangono, in silenzio, quando arrivano troppo tardi; non si riposano finché non sono sfiniti; presidiano ogni centimetro del territorio, liberano le strade, fermano gli sciacalli, proteggono le opere d’arte.

Sono gli «eroi in divisa», poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, forze armate, uomini della Guardia forestale e della Guardia di Finanza. Sono migliaia. E centinaia sono le persone messe in salvo dopo il devastante terremoto che ha raso al suolo un pezzo del Centro Italia.

Loro ci sono sempre. Sono sempre là, dove di loro c’è bisogno. Oggi sono ad Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto, ieri erano ad Assisi, Colfiorito e L’Aquila. Oggi sfidano la polvere e il rischio di rimanere sepolti sotto i massi se arriva un’altra scossa, ieri erano in mare a salvare gli immigrati dal mare grosso.

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