Quattro ufficiali della Marina Militare sono stati condannati dal tribunale di Civitavecchia in relazione alla morte di Alessandro Nasta, il nocchiere morto dopo essere precipitato dall’albero di maestra della nave scuola Amerigo Vespucci il 24 maggio 2012.
Lo rendono noto gli avvocati della famiglia del marinaio, Massimiliano Gabrielli ed Alessandra Guarini, esprimendo “soddisfazione dopo 11 lunghissimi anni di processo in primo grado ed un infinito cambio di giudici”.
“Finalmente – dicono – è stata fatta giustizia per la morte del figlio, precipitato dopo un volo di 54 metri, per svolgere le operazioni di apertura e chiusura delle vele senza dispositivi di protezione individuale a norma, in aperta e consapevole violazione di qualsiasi legge sulla sicurezza, in nome del rispetto della tradizione marinaresca”.
“Questa coraggiosa sentenza – commentano i legali – dimostra la capacità dello Stato di giudicare sé stesso ed afferma definitivamente il principio che il risparmio sulla sicurezza sul lavoro non conviene, mai ed a nessuno. Anche per un ammiraglio di Stato Maggiore o il comandante della nave più bella del mondo”. (ANSA).