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Morte del giovane Ramy a Milano, la proposta del Nuovo Sindacato Carabinieri Lombardia: “Dashcam e bodycam alle Forze di Polizia”

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“Dopo l’inseguimento del Nucleo Radiomobile avvenuto a Milano  lo scorso 24 novembre e culminato nel sinistro stradale in cui ha trovato la morte il giovane egiziano Ramy e le agitazioni di piazza verificatesi successivamente nel quartiere Corvetto, riteniamo più che mai necessario  sensibilizzare le autorità preposte, ovvero il Ministero dell’Interno e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, al fine di migliorare ancora di più la sicurezza degli operatori di tutte le Forze di Polizia che operano in strada”.

Ad affermarlo è la Segreteria Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Lombardia, che propone di dotare le autovetture e il personale di apparecchi dashcam e bodycam.

“Si tratta – spiega la Segreteria – di equipaggiamenti innovativi che, nel corso degli ultimi anni, hanno guadagnato l’attenzione, sia a livello nazionale che internazionale: nello specifico, le dashcam possono essere utilizzate per documentare interventi, inseguimenti o altre operazioni sul campo, fornendo un resoconto oggettivo degli eventi e ciò può aumentare la trasparenza, tutelare gli agenti da accuse infondate e fornire materiale utile per le indagini e la formazione”.

“Se accolta in tempi celeri – aggiunge NSC Lombardia –  la nostra proposta può dunque portare benefici significativi in termini di sicurezza e trasparenza, sebbene richieda anche un’attenta analisi delle implicazioni pratiche, etiche e legali”.

Le bodycam e le dashcam forniscono prove visive utili per ricostruire dinamiche in caso di incidenti o operazioni critiche, come quella avvenuta nei giorni scorsi a Milano.

Le registrazioni possono ridurre o annullare completamente i dubbi su eventuali abusi di potere o comportamenti illeciti, proteggendo sia i cittadini che gli operatori delle Forze di Polizia.

“Oltretutto – sottolinea ancora la sigla sindacale – tali dispositivi possono essere utilizzati per analizzare e migliorare le procedure operative e stabilire con maggiore precisione le regole d’ingaggio in circostanze emergenziali, tanto auspicate da chi lavora in prima linea”.

Secondo NSC Lombardia, inoltre, la consapevolezza di essere ripresi, con video e audio, costituisce un notevole fattore di dissuasione sia per i criminali che per i potenziali abusi da parte delle Forze di Polizia, una forma di garanzia che tutela tutti.

Da ciò deriva la necessità di valutare e bilanciare l’uso delle telecamere con il diritto alla privacy dei cittadini e degli stessi agenti, con normative chiare che definiscano i limiti di utilizzo, l’archiviazione e l’accesso ai dati.

Si tratta di un’iniziativa già adottata in Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito e in alcune città italiane e che costituisce un notevole contribuito al miglioramento del rapporto tra Forze dell’Ordine e cittadini, rafforzando la fiducia reciproca e la sicurezza in generale.

“Si ritiene che l’acquisto e la manutenzione di tali apparecchiature, nonché la gestione dei dati – conclude il sindacato – non costituiscano un onere insormontabile per l’Amministrazione pubblica, laddove si consideri l’efficacia probatoria dei filmati e soprattutto il supporto e la deterrenza che gli stessi forniscono relativamente alla sicurezza personale e dei territori, nella prevenzione di azioni ostili e di reati commessi anche contro le Forze dell’Ordine”.

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