Mercoledì 28 durante l’audizione del gen. Vecciarelli, capo di stato maggiore della difesa, ho rilevato che il disegno di legge 1893, sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, prevede una serie di limitazioni per i sindacati militari.
Alcune di queste sono necessarie per assicurare la coesione interna dei reparti e delle unità militari, funzionale al “sacro” dovere costituzionale della difesa della Patria, altre, secondo me, meno necessarie e giustificabili.
Il capo di stato maggiore della difesa ha eccepito il fatto che, trattandosi di associazioni di diritto privato, se si volesse dare un locale ai sindacati si dovrebbe fare lo stesso per le associazioni combattentistiche e d’arma e per le altre associazioni che gravitano attorno al mondo militare.
Non mi pare che la Costituzione italiana assegni a queste ultime la stessa rilevanza che invece attribuisce ai sindacati.
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