Mimetica e rossetto. L’Esercito delle signore fa la guerra ai pregiudizi

Né uomini né donne: semplicemente soldati. Pare sia questo il loro mantra, quando si mimetizzano in quella che per la maggior parte di noi continua a essere una sfera adombrata da misteri e controverso fascino, il cuore di stagno sotto la cenere, l’identità dei militari.

Eppure una donna in divisa salta all’occhio e ci stuzzica interrogativi ancora più fitti di quanto accada con qualunque uomo dell’esercito, alla vista di una uniforme che ne mortifica (e valorizza al contempo) la femminilità.

L’Esercito italiano, oggi, gode di una percentuale di donne non ancora alta in assoluto (6,7%), ma che certo non passa inosservata se si considera che le donne in divisa sono storia recente. 11.405 donne tra gli ufficiali, 22.033 tra i sottufficiali, 61.444 graduati e 1.369 tra gli allievi. Gonnelle senza gonnella, capelli annodati stretti in difesa dello Stato. Una realtà che ci ha visti in ritardo rispetto agli altri Paesi d’Europa, ma certamente destinata a espandersi e a scrivere pagine di storia sorprendenti.

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