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Militari e facebook – Denunciato per foto sul fascismo

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Lo stravagante mondo dei social si dimostra spesso un’ arma a doppio taglio per i militari. Molto spesso ci si ritrova con una denuncia a proprio carico per una frase buttata li, o per una foto caricata nel proprio profilo che non si attiene alle norme di legge. Sui social si deve prestare la massima attenzione a ciò che si condivide o si scrive.Il caso che vi proponiamo dovrebbe far comprendere meglio il modo di  gestire il proprio profilo, anche se i risvolti della vicenda , in futuro, potrebbero addirittura convergere in favore della parte accusata.

La  vicenda è iniziata su segnalazione di una volontaria di un’associazione che si occupa di accoglienza dei migranti.  La donna avrebbe assistito ad un comportamento irriguardoso del militare nei confronti dei  membri dell’associazione durante le fasi di uno sbarco. In seguito a questo episodio,  ha cercato e trovato il  profilo del sottufficiale su facebook,  scoprendo che erano presenti foto, immagini e fotomontaggi riconducibili al fascismo. Senza pensarci  due volte, ha denunciato tutto alle autorità.

Da quanto si apprende dalla gazzetta del Mezzogiorno, il militare ascoltato dalla Procura, ha negato ogni coinvolgimento. Nella memoria difensiva del Militare infatti,  viene spiegato che si  tratta di un errore e quel profilo facebook non è suo.



Secondo l’accusa , le immagini e i commenti del militare su quel  profilo,  avrebbero determinato un effetto suggestivo sulla massa di persone potenziali recettrici delle espressioni apologetiche ed il conseguente rischio effettivo della consumazione di reati lesivi di interessi omologhi a quelli offesi dal delitto esaltato.

L’avvocato che è intervenuto a  difesa del militare , in risposta alle accuse della procura, sostiene che quello sia un profilo falso , in quanto l’individuazione del profilo facebook relazionata da un perito informatico incaricato dal pm ,sarebbe avvenuta senza indicare il luogo di  provenienza dell’indirizzo Ip, che consente di risalire con certezza al computer o allo smartphone utilizzato per accedere a facebook e quindi al titolare della linea telefonica associata al profilo. Per questi  motivi è stata chiesta l’archiviazione delle accuse, anche perchè l’unico modo per essere certi che il profilo sia proprio quello del militare indagato sarebbe quello di  acquisire i contenuti dell’account tramite una rogatoria internazionale, nella sede di facebook a Menlo Park in California.

Noi  di NSM vi consigliamo di cercare tra i profili presenti su facebook, eventuali “cloni” della vostra identità. Nel caso scopriste che ne esiste uno , vi consigliamo di eseguire questa “procedura

La redazione di NSM



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