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Militare violento Vivevamo bene solo quando mio cognato era in missione

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VITERBO – ”I litigi erano all’ordine del giorno, i motivi più disparati. Da una banale conversazione o da una semplice contraddizione, potevano nascere reazioni violente, improvvise, esagerate. Vivevamo bene e in pace solamente quando mio cognato partiva in missione all’estero. Stava via mesi e in casa si respirava finalmente tranquillità”.

A parlare in aula, di fronte al giudice monocratico Rita Cialoni, è la sorella di V.N., vittima delle aggressioni del marito durante tutto il periodo della convivenza e del successivo matrimonio.

L’uomo, un militare, dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia nei confronti della ex convivente, costituitasi parte civile nel procedimento.

”Era indispensabile che tutti la pensassero alla sua stessa maniera. Altrimenti lui reagiva con violenza – prosegue la donna – Una sera mia sorella mi chiamò in lacrime, era sotto choc. Le aveva messo le mani al collo, era completamente livida. Ma non solo, l’aveva presa per un braccio e tentato di buttarla giù dalle scale. Quella sera se ne andò di casa, ma l’incubo non finì di certo lì.”.

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