A seguito di una segnalazione, i carabinieri lo avevano sorpreso in casa con cinque piantine di ganja, ma per il giudice, il contenuto “stupefacente” era talmente basso da non essere “rilevante”
I militari erano intervenuti a seguito di una segnalazione telefonica.Una volta in casa , trovarono il proprietario Roberto Calì, 39 anni e la sua ragazza. Nella casa, una vera e propria serra costruita ad hoc con all’interno le 5 piantine di marijuana. Invero, dalla terra si potevano scorgere soltanto i germogli, infatti le piantine erano appena spuntate ed avevano raggiunto , più o meno, l’altezza di un solo centimetro. Per la cronaca, l’episodio risale ad oltre un anno fa, esattamente al novembre 2014.
Entrambi finirono con l’essere accusati di coltivazione illecita di sostanza stupefacente.( la ragazza fu assolta qualche mese dopo).
Il giudice Rodolfo Piccin , esaminati i fatti e sentite le ragioni dell’avvocato difensore, ha quindi ritenuto opportuno assolvere il militare. Nella motivazione della sentenza, la piccola dimensione delle piantine, infatti erano talmente piccole,da non poter essere considerate illegali, in quanto contenevano appena il 2,5% di principio attivo . Roberto Calì, 39 anni, difeso dall’avvocato Luigi Scandurra ha così potuto tirare un sospiro di sollievo.
L’avvocato del militare, è riuscito quindi a dimostrare che la coltivazione di tali piante non costituiva reato. Inoltre a favore del militare , i controlli periodici ai quali si sottoponeva ogni sei mesi ed ai quali era sempre risultato negativo.