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Marina Militare: Vittima del dovere 40 anni dopo il ferimento in servizio

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Era il lontano 13 ottobre 1982 quando l’allora militare , Roberto Zaccaria, rimase ferito a causa di un colpo partito involontariamente da un collega.

Zaccaria, in servizio nella Marina dal 1980 al 1983, stava sorvegliando il deposito Maricommi Pagliari di La Spezia, quando un commilitone, durante lo scarico delle armi per il cambio turno, fece un gesto inconsulto nel controllare il fucile, partì un colpo che lo centrò all’inguine.

Un colpo a bruciapelo a soli 40 cm di distanza che ancora oggi provoca forti scosse elettriche. 

Avevo appena terminato il mio turno, ero in attesa del cambio guardia – racconta la vittima al Correre di Bologna– e dopo di me doveva subentrare un altro sottufficiale con la sua squadra, ma prima si effettuava il controllo delle armi.

.Tutt’ora vedo il bossolo che viene espulso dall’otturatore, il fumo dalla canna. È qualcosa che ti lascia il segno per sempre». È come se una scossa elettrica mi attraversasse il corpo tutti i giorni per 10-15 minuti», spiega l’ex militare: «Il dolore mi ha accompagnato per tutta la vita e, purtroppo, soffrirò fino alla morte».

Nel 2019, Zaccaria si vide rigettare il riconoscimento dello status di vittima del dovere e soltanto grazie all’Osservatorio Vittime del Dovere e a quello per l’Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, vinse la causa presso il tribunale di Ferrara e ottenne il riconoscimento in primo grado di «vittima del dovere».

Dopo una lotta estenuante tra carte bollate e processi, finalmente la Corte d’Appello di Bologna, nei giorni scorsi, ha confermato in via definitiva lo status di vittima del dovere , riconoscendogli una elargizione di 60mila euro, oltre a due assegni vitalizi di circa 250 euro al mese, gli arretrati dal 2019 e due annualità di pensione.

«Un modo per restituire un po’ di giustizia a un uomo che ha lavorato per lo Stato e per la comunità e che proprio sul posto di lavoro ha contratto un’infermità che negli anni potrebbe aggravarsi ulteriormente», ha commentato soddisfatto l’avvocato Bonanni.

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