La Spezia – Cartellini timbrati un attimo prima di lasciare il proprio posto di lavoro, oppure vidimati da colleghi compiacenti e orari di impiego quanto mai «elastici». È un terremoto l’inchiesta avviata dai carabinieri all’interno dell’Arsenale della Spezia. Un’indagine che è solo all’inizio ma che già vede coinvolti almeno quindici dipendenti della base della Marina militare italiana. Il fascicolo è gestito direttamente dal procuratore capo spezzino Maurizio Caporuscio, vista anche la delicatezza delle operazioni e l’attualità delle accuse ipotizzate.
Giusto nei giorni scorsi il consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che inasprisce le sanzioni nei confronti dei cosiddetti “furbetti del cartellino”, ovvero degli impiegati della pubblica amministrazione sospettati di assenteismo. Il provvedimento del Governo, ora all’esame del Parlamento, riconosce la responsabilità penale, e quindi il rischio del carcere, per il dirigente che non prende provvedimenti contro i dipendenti infedeli e prevede la sospensione, entro 48 ore, dal servizio e dallo stipendio del l’impiegato pubblico che viene colto in flagrante, mentre striscia il cartellino e poi non va in ufficio.
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