Colpevole del reato militare di rivelazione di comunicazione, questo il capo d’accusa per il Maresciallo-Infermiere dell’ospedale militare che, indagato per condotto le indagini sulla potabilità dell’acqua sulla nave Duilio.
I fatti risalgono al 2011, l’ infermiere si trova, per l’appunto sulla nave Duilio; l’acqua che viene bevuta sulla nave è autoprodotta con dei dissalatori. I dubbi sollevati dall’infermiere sulla potabilità dell’acqua, inducono il Comandante a fare effettuare delle ulteriori analisi dall’Arpal. Risultato: la non conformità dell’acqua per uso umano, per la presenza di Trialometani ed idrocarburi, sostanze cancerogene volatili, sostanze che il laboratorio militare non aveva rilevato.
A questa clamorosa scoperta ne seguì un’interruzione della prassi dell’acqua autoprodotta e vi fu un’interrogazione parlamentare.
Per l’infermiere, indagato come “traditore della Patria”, si avvicina il processo, mentre si torna a parlare di quella nave.
Un ex sottoufficiale, colpito da carcinoma alla ghiandola salivare destra, ha deciso, sulla scorta di quanto scoperto dall’infermiere di, portare avanti la causa di servizio, ritenendo che la patologia tumorale, sia stata diretta conseguenza dell’aver bevuto l’acqua contaminata.
Assistito dall’Avvocato Francesco Rondini, ha fatto istanza per il riconoscimento della causa di servizio, con richiesta di indennizzo e pensione privilegiata.