Fra smentite ufficiose e dichiarazioni ufficiali, la complessa partita politico-diplomaticomilitare che si gioca fra Tripoli, Bruxelles, New York, Roma, Parigi e le altre cancellerie occidentali ieri ha registrato altri minimi movimenti. Non c’è alcuna accelerata, né una tempistica precisa, insistono diverse fonti, ma proseguono i preparativi mirati rispetto ai possibili scenari.
Il «pieno supporto» al governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj non è in discussione, ma sul piano militare non c’è ancora un contingente definito. E non ci sarà finché non arriverà, attraverso la mediazione diplomatica delle Nazioni Unite, una richiesta formale dall’esecutivo libico, ancora ostaggio della lentezza nel decidere del parlamento di Tobruk e dei malumori del generale Khalifa Haftar.