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LEGGE DI BILANCIO 2024, GLI EFFETTI SU STIPENDI E PENSIONI

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 19 ottobre 2023 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

La legge di Bilancio appena approvata contempla, fra i vari provvedimenti, alcuni che avranno effetto su stipendi e pensioni.

Taglio del Cuneo Fiscale

L’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi più bassi è stato prorogato ed è del 7% per chi ha un reddito fino a 25.000 euro e del 6% per i redditi fino a 35.000 euro l’anno. Anche questa volta, come per il 2023, il taglio sarà valido solo per il 2024.

In realtà, per questi lavoratori non ci sarà nessun aumento, in quanto viene, semplicemente, confermato il beneficio già in busta paga, per evitare la beffa di una decurtazione dello stipendio dal prossimo gennaio.

È bene fare una riflessione sulle distorsioni dei provvedimenti non strutturali e non a beneficio di tutti, come il cuneo fiscale, i bonus edili ecc ecc, in quanto provvedimenti particolarmente iniqui; difatti il taglio del cuneo fiscale farà sì che un lavoratore con un reddito di 34.500 avrà un netto in busta, di fatto, di importo superiore al collega con un reddito di 35.050 euro.

Riforma Fiscale

Come anticipato con un articolo pubblicato il 2 ottobre c.a. viene confermato il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef, attraverso l’estensione della prima aliquota fino al reddito previsto per il secondo scaglione e che produce risparmi impercettibile su stipendi e pensioni.

Contratto Statali

Per il contratto degli statali del triennio 2022/2024 sono previsti 5 miliardi che, ovviamente, non permetteranno un recupero integrale dell’inflazione del 2022/2024 per cui servirebbero oltre 30 miliardi, con una perdita del potere di acquisto già evidenziato con l’articolo pubblicato il 4 ottobre c.a.

L’articolo 3 della bozza del decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri insieme alla legge di bilancio, prevede di anticipare a quest’anno 2 dei 5 miliardi e portare nella busta paga di dicembre una nuova una tantum come anticipazione del rinnovo contrattuale. Per la quantificazione di questa anticipazione, a valere per il 2024, è stata presa a riferimento l’indennità di vacanza contrattuale già in busta paga e sarà determinata con la seguente formula: IVC x 12 x 6,7. In sintesi, si anticipano in un sol colpo le 13 mensilità di aumento del 2023.

Perequazione delle Pensioni

In conferenza stampa il presidente del Consiglio ha parlato di un’ulteriore rimodulazione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione già prevista dal 2023 che assicurerà la rivalutazione piena al 100% per trattamenti fino a 4 volte il minimo, un aumento al 90% (anziché 85%) per quelli tra 4 e 5 volte e con aliquote in diminuzione al crescere del reddito, senza specificare come. Tuttavia, pare che le pensioni oltre 10 volte il minimo saranno rivalutate con una aliquota del 18% anziché del 32% dell’inflazione prevista, pertanto si presume saranno ridimensionate anche le aliquote delle pensioni oltre 5 volte ed entro le 10 del trattamento minimo.

I suddetti provvedimento avranno effetti su stipendi e pensione che sono stati stimati nella tabella a seguire.

(a) non è strutturale, ma valido solo per il 2024
(b) simulazioni con inflazione stimata al 5,5%
(c ) anticipo contratto in ipotesi 2 mld di risorse
(*) solo per i lavoratori

Anticipo e contratto personale comparto difesa, pubblica sicurezza e soccorso

Invece, con la seguente tabella si indicano gli effetti sugli stipendi del personale militare non dirigente, specificando che non è chiaro cosa sarà corrisposto al personale, oltre all’anticipo del contratto, dalla mensilità di gennaio, in quanto non pare sia stata rifinanziata l’una tantum dell’1,5% anche per il 2024, senza la quale le competenze da gennaio saranno inferiore a quelle del 2023, per l’importo evidenziato in rosso.

Quanto sarà l’aumento medio per il triennio 2022/2024?

In una intervista, al Ministro della pubblica amministrazione Zangrillo è stato chiesto, con queste risorse, quanto sarà l’aumento medio per i pubblici dipendenti? La risposta del Ministro “i conteggi esatti sono ancora in corso, ma siamo su un valore che si avvicina al 6%”.

Facendo i conti della serva pare non essere cosi; difatti se consideriamo che lo scorso contratto triennale 2019/2021 è stato contrassegnato da un aumento medio del 4% circa con un costo di circa 7 miliardi, per assicurare un aumento medio del 6% dovrebbero essere messi a disposizione fondi per circa 11 miliardi. Pertanto, si presume che il ministro sia caduto in errore, in quanto, con 5 miliardi di risorse, l’aumento medio si aggira sul 3%.

Per quanto riguarda il personale del comparto difesa, pubblica sicurezza e soccorso, tenendo conto del triennio precedente l’aumento medio è stato di 128,00 euro (4,28%), quello del triennio 2022/2024 si stima essere di 93,00 (3,10%), come tabella a seguire

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