Il personale con le stellette, cioè i nostri militari preposti alla Difesa ed alla Sicurezza, non stanno vivendo un periodo particolarmente felice e motivante per le incertezze insite nell’incombente trasformazione, per la scarsa considerazione dei loro problemi, ma anche per il loro opinabile impiego “duale” che li vede sempre più svestiti delle stellette e presenti su fronti poco appropriati al loro status di professionisti.
Ed è quindi sempre più evanescente il significato araldico delle stellette a cinque punte che caratterizza in modo esclusivo, nobile ed onorevole, il militare in quanto tale, con il più alto richiamo e simbolo patrio italiano: la Stella d’Italia. Che, con i suoi poliedrici significati di luce, guida e distinzione, anche a prescindere da quelli antichi attribuiti al Pentagramma da Pitagora, fino alla sezione aurea dei dipinti di Leonardo, è da considerare un ideale di perfezione e di Stato: molti di quei significati si sono sbiaditi ed il morale del personale, elemento cardine della tenuta stessa delle Forze Armate, non è oggi proprio alle stelle, per svariati motivi. Eppure è ben noto che qualunque organizzazione, azienda o struttura gerarchica ha buone performances, non esclusivamente in ragione della leadership dei Capi, ma principalmente se ha del personale professionale, motivato, ben guidato, trattato con equità, e tutelato.
Tutti i grandi manager, quando intervistati sotto i riflettori, dichiarano con convinzione e veemenza che l’efficienza della loro azienda si incentra sulle HR (human resources), sulla loro motivazione e sulla valenza dei processi formativi che devono avere carattere di continuità e di pregio. Pochi sono tuttavia i manager, o meglio i veri leader che, poi, mettono in pratica tali idee, di per sé sacrosante; si assiste invece, sovente, a gestioni del personale che prescindono da quei veri valori professionali ed umani, ed in sostanza dalla meritocrazia, lasciando il campo ad approcci narcisistici, nepotistici e discriminatori che rispondono quasi sempre a interessi personali, utilitaristici o di bottega.
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