VITERBO – Prendeva la macchina di servizio e da Roma raggiungeva Capranica, dove, ad attenderlo in un centro scommesse e slot machine, c’erano due delle sue più grandi passioni: il gioco d’azzardo e l’amante. Quelle due stesse passioni che, però, hanno portato il giovane poliziotto A.P. a dover fare i conti con la giustizia. Stavolta dall’altra parte della sbarra.
Rinviato a giudizio ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari Stefano Pepe, il dipendente in forza alla polizia giudiziaria di Roma, dovrà presentarsi davanti al collegio tra pochi mesi, per rispondere di peculato e truffa.
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