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L’Aeronautica non risponde e l’aeroporto civile resta al palo

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Potrebbero servire tempi tecnici più lunghi, la decisione non è semplice, ma la sensazione è che sia caduto nel vuoto anche l’appello bipartisan a sostegno della richiesta di Seam partito il 12 febbraio non solo dal presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda ma perfino – quasi in tandem – dal sindaco di centrodestra Antonfrancesco Vivarelli Colonnna e dal capogruppo Pd in consiglio regionale Leonardo Marras. E il timore è che possa svanire all’orizzonte la chance giunta inaspettatamente da una compagnia aerea svizzera – la Skywork Airline – di fare scalo a Grosseto.

Gli svizzeri avrebbero individuato l’aeroporto maremmano come location ideale per tre scali settimanali di un loro aeromobile da 40-50 passeggeri: la compagnia vorrebbe testare – tra il 9 maggio e il 10 ottobre – le condizioni per un collegamento di linea Berna – Grosseto; Skywork già gestisce il collegamento aereo tra Berna e l’Isola d’Elba e avrebbe necessità di fare scali tecnici per il rifornimento del carburante. Così Seam ha colto la palla al balzo, ha bussato alla porta dell’Aeronautica e dell’Enac per farsi un varco lungo un percorso che prima o poi avrebbe dovuto battere: e cioè il via libera ai voli di linea che l’aeroporto civile grossetano non ha mai potuto accogliere – c’è una base militare, c’è il Baccarini e in caso di emergenza nei cieli del Belpaese quello sopra alla Maremma deve essere libero – e, dunque, all’incremento del numero dei movimenti autorizzati, che oggi tra atterraggi e decolli sono 1. 450, soglia che ogni anno viene raggiunta. Mettendoci nei panni di Seam, la questione è: o si comincia a sforare quella soglia di 1.450 movimenti concessi – 740 gli aerei – o lo scalo continuerà a vivacchiare tra voli privati, aerotaxi e voli charter, che ben-vengano (e già vanno e vengono) ma non bastano. Lo scalo è “saturo” e così non ha alcun margine di sviluppo.

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