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LA RIFORMA FISCALE E’ INIQUA?

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Negli ultimi 10 anni l’unica riduzione consistente delle tasse, in particolare per la parte meno abbiente dei lavoratori dipendenti, è stata quella del Bonus Renzi (stanziati circa 9,5 miliardi) per i redditi fino a 24.000 euro annui lordi (da circa 600 euro al mese e fino a 1.500), pari a 80 euro mensili che diminuivano oltre tale limite fino ad annullarsi al raggiungimento di 26.000.

Successivamente gli 80 euro sono stati portati a 100 col cuneo fiscale introdotto dal governo Conte per i redditi inferiori a 40.000 euro.

In questi giorni si è sentito spesso definire la riforma fiscale prevista in legge di bilancio iniqua, ma, a mio parere, è esattamente il contrario in quanto va a ristabilire un’equità tra i contribuenti che aveva visto in particolare il ceto medio, con un reddito annuo lordo sopra i 40.000 euro, molto penalizzato in questi anni perché escluso dal bonus e la tabella mostra questo riequilibro, almeno secondo le prime indicazione dei tagli Irpef.

In sintesi, la progressività prevista dalla costituzione deve rimane inalterata in caso di aumento delle tasse, ma nello stesso modo in caso di un abbassamento dell’Irpef e la colonna del risparmio in percentuale sul netto mensile mostra esattamente questa progressività ripristinata che era venuta meno col bonus di 100 euro che faceva addirittura sì che un reddito di 39.000 annui beneficiasse di una economia di circa il 3,50% mentre un reddito di 40.000 di nessun risparmio.

Infine, in materia di tassazione dei lavoratori dipendenti non è affatto vero, come sostenuto da più fonti, che saranno penalizzati i contribuenti che oggi percepiscono il bonus perché non è detto che venga cancellato, ma, tutt’al più, sarà controbilanciato
dall’
aumento delle detrazioni e ciò comporterebbe, oltre che alla semplificazione del sistema fiscale, anche una minore tassazione per addizionali regionali e comunali per i redditi più bassi.

Dalle ultime notizie riportate sui quotidiani sembrerebbe che il
bonus cont
inuerà ad essere corrisposto ai lavoratori con redditi fino a 15.000 euro.

La riforma, inoltre, non è iniqua in quanto riconosce una riduzione delle tasse anche ai lavoratori autonomi ed ai pensionati, entrambi esclusi dai benefici dei bonus.

Questa analisi è basata su quello che oggi è dato conoscere della riforma, ma si attende ancora la formalizzazione dell’accordo raggiunto in parlamento, che porterà alla stesura di un emendamento da presentare in sede di discussione della Legge di
Bilancio 2022
.

dicembre 2021 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

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