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LA PROVOCAZIONE DEL SAPPE: CON UN EDITORIALE SUL SITO DELLA RIVISTA MENSILE POLIZIA PENITENZIARIA SGS LA PROPOSTA DI UN “GARANTE DAY”, UN GIORNO DI SERVIZIO IN CARCERE DEI GARANTI AL POSTO DEI POLIZIOTTI

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Perché un poliziotto penitenziario oggi, dovrebbe fermare i crimini (in carcere se ne commettono tanti) se poi sa che si troverà nell’occhio del ciclone, incalzato da garanti, associazioni, politici tutti assetati di “sangue blu”?
Che senso ha oggi lavorare in un carcere quando gli interlocutori privilegiati (e temuti) dall’amministrazione penitenziaria sono le associazioni e i garanti, dimenticando quasi che esiste una figura a garanzia dei diritti dei detenuti che si chiama Magistrato di Sorveglianza?
Forse i Magistrati di Sorveglianza sono stati sostituiti da tanti pseudo magistrati di garanzia sempre pronti a puntare il dito contro i cattivi di turno: i poliziotti penitenziari, controllando il loro lavoro (si è arrivati  anche ad ipotizzare l’installazione di migliaia di telecamere all’interno delle carceri collegate direttamente con gli uffici dei garanti sic!), nel nome di un garantismo spettacolarizzato, in nome di un buonismo imperante che ha portato le carceri allo sfacelo, inducendo nei detenuti la convinzione che nelle carceri italiane puoi fare di tutto (specie negli extracomunitari abituati nei loro paesi di origine a ben altri regimi carcerari……) …..tanto qui in Italia non ci fanno niente!!
A chiederselo è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che attraverso il blog poliziapenitenziaria.it chiede di proporre un “garante day” allorquando ogni garante, dal nazionale, al regionale, al provinciale, al comunale e fino al rionale, indossi l’uniforme della Polizia Penitenziaria e vada a lavorare, da solo su quattro piani detentivi, con 200 detenuti, tra i quali un buon dieci per cento psicopatici, un altro trenta per cento extracomunitari e un trenta per cento tossicodipendenti, affinchè questi super tutori della legalità possano provare l’autentico brivido che giornalmente vive un poliziotto penitenziario andando in servizio.
Secondo il Sappe, più che soltanto una provocazione, potrebbe essere un’esperienza molto importante per chi si occupa di carcere senza però conoscerlo fino in fondo.
Nell’articolo viene lanciata la proposta di istituire un “garante day” nel quale questi personaggi potrebbero sostituire un poliziotto penitenziario per un turno di servizio in sezione per verificare cosa significa ed in cosa consiste praticamente il lavoro della Polizia Penitenziaria.
E quando si verificherà (ogni giorno praticamente) che un detenuto mette a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, facciamo intervenire i garanti e vediamo come si comporteranno di fronte ad un detenuto con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto.
Certe sensazioni, sempre secondo il Sappe, vanno provate sul campo.

Roma, 30 maggio 2021
Con cortese preghiera di diffusione e pubblicazione
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE

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