LA MINISTRA TRENTA RIVOLUZIONA LA DIFESA:SI PARTIRA’ DA CHI E’ RIMASTO INDIETRO?




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Il duplice uso delle capacità della Difesa per scopi non militari è una risorsa per il Paese che, se resa sistemica, consentirà di accrescere la resilienza di fronte alle minacce di natura umana o naturale, supportando al contempo alleati e partner.

Esempi di dual use:

http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/protezione-militare-tempo-reale-il-sisma-di-ischia-il-miracolo-dei-vigili

http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/mare/giornata-mondiale-dellambiente-forze-armate-contro-un-nemico-che-sta

http://www.esercito.difesa.it/comunicazione/Dual-Use/

http://www.marina.difesa.it/cosa-facciamo/complementari/Pagine/attivita_duali_complementari.aspx

http://www.aeronautica.difesa.it/comunicazione/editoria/AMNews/Pagine/editoriale_082018.aspx

https://www.facebook.com/ElisabettaTrentaM5S/photos/a.169059577063312.1073741829.166932567276013/253070811995521/?type=3

 

LO SCENARIO. La difesa nazionale assiste ad una modifica sostanziale del quadro strategico, caratterizzato da  equilibri internazionali che sono  costantemente minacciati da estremismi e che colpiscono sia nei Paesi di origine che all’estero, poi ci sono in evidenza le  crisi umanitarie e i  fenomeni migratori che minano gli equilibri sociali e la sicurezza interna. Anche  le influenze e gli impatti crescenti sulla sicurezza collettiva da parte della criminalità sono una minaccia come lo sono anche gli attacchi informatici eseguiti sia dall’estero  che  in ambito domestico,  gli attacchi all’economia, al sistema finanziario ecc. Con questa prospettiva, un’analisi attendibile delle tendenze future deve avere un approccio multidimensionale che coinvolga tutti i livelli: interforze, interagenzie e internazionale.  Ed è questa visione sinergica che diventerà una scommessa di efficienza nell’ambito della sicurezza nazionale.

COMPITI DELLA DIFESA. Per le Forze Armate possono essere riassunti  in 4 punti  e cioè:

1) la difesa dello Stato;

2) la difesa degli spazi euro-atlantici e mediterranei;

3) il contributo alla pace e alla sicurezza internazionale;

4) le attività di supporto delle Forze Armate e ad altre amministrazioni.

LA DIFESA INTEGRATA. Questo ultimo punto  rappresenta un campo di lavoro che dovrà assolvere un concetto di Difesa integrato con la  Pubblica Amministrazione  e con il sistema Paese,  Difesa  sempre più coinvolta in attività di questo genere i cui confini saranno sempre meno definiti a causa della minaccia ibrida. Un solo ministero non riuscirà da solo ad affrontare  una minaccia per cui ecco che spunta l’approccio sistemico, nel cui ambito gli altri dicasteri condividono le proprie capacità nell’esclusiva tutela degli interessi nazionali. Per fronteggiare la complessità del cambiamento, le Forze Armate sono, dunque, chiamate a sviluppare un forte adattamento, mantenendo comunque la prerogativa istituzionale di difesa dello Stato.

L’impegno della Ministra sarà quello di promuovere la pianificazione e l’implementazione di una vera e propria strategia nazionale sistemica per il potenziamento della sicurezza  nazionale da sviluppare attraverso la collaborazione fra ministeri, e con la collaborazione aperta a  enti esterni come  l’industria, l’università, la ricerca e il settore privato. Infatti alle Forze armate da un decennio  viene sempre più chiesto di mettere a disposizione degli altri ministeri le proprie competenze e capacità per lo svolgimento di compiti non militari.

TUTELA DEL PERSONALE CIVILE E MILITARE DELLE FORZE ARMATE. Sono il punto forte che emerge dagli obiettivi della Ministra che vuole  iniziare a migliorare la condizione del personale militare e civile dipendente, partendo dalla famiglia. Questo ambito richiede la conciliazione tra esigenze di servizio e necessità familiari della  vita quotidiana  per  tutelare  i relativi rapporti  specie con soggetti affetti da disabilità, o nei casi di maternità, attraverso una razionalizzazione dei trasferimenti e degli impieghi con  la  garanzia di ottenere un idoneo alloggio di servizio . Importante rimane l’approccio alla  salvaguardia della salute considerando che le strutture sanitarie militari possono contribuire considerevolmente all’erogazione dei servizi necessari per la prevenzione e la cura delle principali patologie. Queste iniziative saranno inutili se non sono inquadrate in una  pianificazione dei trasferimenti che dia stabilità ai dipendenti  della Difesa. In realtà ci  sono differenze di trattamento tra reparti e tra diverse Forze, dove si va da chi resta tutta la vita presso una destinazione a chi ogni 3 – 5 anni viene movimentato da una sede all’altra.

Una attenzione particolare sarà riservata  al miglioramento della qualità della vita del personale del ruolo graduati e truppa mentre per i più anziani di età verrà studiata la possibilità  di impiego  in apposite unità organizzative dislocate su tutto il territorio nazionale e per esigenze riconducibili ad attività di prevenzione ed emergenza. Lo scopo è quello di consentire alla Pubblica Amministrazione di usufruire delle competenze e professionalità proprie della Difesa nello svolgimento di compiti non militari e al personale militare anziano di poter essere impiegato in aderenza alle esigenze familiari. Una particolare attenzione  rimane  l’investimento sul personale civile della Difesa, valorizzando quelle competenze specialistiche che non sono comuni alle altre Amministrazioni dello Stato con aggiornamenti professionali continui  al fine di rendere la Difesa più efficiente  e innovativa. Nessun accenno è rivolto alla tutela del rapporto di lavoro relativo ai volontari che svolgono servizio a tempo determinato e rappresenta l’ala debole del personale.

CARRIERE E MERITOCRAZIA. La Ministra ha inoltre a cuore,  sempre salvaguardando le legittime aspettative del personale,  il  sistema di avanzamento nella gerarchia militare, perché da questo dipende la possibilità di  individuare gli elementi più meritevoli che effettivamente  sono idonei alla promozione per ricoprire incarichi superiori con  trattamento economico adeguato. Questo per approntare un metodo basato sulla meritocrazia che non può non passare  dal continuo aggiornamento del processo di riordino dei ruoli e delle carriere del personale militare in un contesto di unitarietà del comparto Difesa e Sicurezza.



NUOVE ASSUNZIONI. Sono possibili nell’Arma dei Carabinieri per contribuire  sinergicamente con il Ministero dell’Interno alla lotta alla criminalità, al  terrorismo, alle mafie diffuse nel nostro Paese.  Pure per il personale civile  sono  previsti nuovi concorsi nelle aree tecniche e industriali, con un percorso formativo in cui i lavoratori  in servizio diventano formatori  delle nuove leve, magari in collaborazione con gli enti locali e le imprese del comparto Difesa .

DIRITTI SINDACALI. Alle già esistenti rappresentanze militari si potrà  esercitare anche il  diritto sindacale  come stabilito da una  recente sentenza della Corte Costituzionale che ha finalmente riconosciuto ai militari il diritto a costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge, colmando cosi il divario che si era venuto a creare in questi anni tra i militari italiani e quelli appartenenti agli altri Stati Europei.

SALUTE E SICUREZZA DEL LAVORO. Un argomento sul quale la Ministra ha puntato l’indice riguarda la tutela della salute e  sicurezza del personale della Difesa  nei luoghi di lavoro, per ampliarne l’applicazione in modo da fornire ai lavoratori misure di prevenzione che  garantiscano  effettivamente la sicurezza e la salute, meglio se con un nuovo quadro normativo specie per gli ambienti più esposti. Interessante è l’intenzione di usare i poligoni e le aree di training ad alto contenuto tecnologico, rispettando  la tutela ambientale e il  territorio. Infine è importante fare luce sulla vicenda dell’Uranio impoverito che ha prodotto gravi danni al personale militare impiegato in aree contaminate e promuovere  adeguate protezioni per evitare il ripetersi di questa spiacevoli fatti.

L’ALLEANZA ATLANTICA – NATO. Per fronteggiare la complessità del cambiamento è necessario un adattamento che evolva anche il nostro concetto di “protezione” da difesa a sicurezza collettiva e quindi resilienza. Per questo, all’ultimo vertice  di Bruxelles  la Difesa  ha  sostenuto con forza gli interessi italiani ricordando che come Paese contribuiamo tantissimo all’Alleanza. In  tale ambito abbiamo avanzato una proposta perché  gli investimenti per assicurare la resilienza con riferimento a  quella cibernetica ed energetica  siano inclusi  nel 2% del PIL che i Paesi della NATO hanno riservato alle spese per la difesa. Si tratta di un investimento che riguarda il settore civile oltre a quello militare con l’ obiettivo  che nel 2% siano compresi anche attività per la sicurezza interna.

SICUREZZA ENERGETICA. La Difesa la vede come condizione basilare per garantire la sicurezza nazionale, con l’obiettivo di  medio e lungo termine di raggiungere  elevate capacità di resilienza energetica, con produzione e approvvigionamento da fonti sostenibili tali da contenere le conseguenze dovute a eventuali attacchi o a calamità e assicurare il mantenimento della capacità operative dello strumento militare nazionale e nei teatri esteri.

UNIONE EUROPEA Il trattato di Lisbona ha introdotto la c.d. Permanent Structured Cooperation, nota con il suo acronimo PESCO, prevista  dalle disposizioni sulla Politica di Sicurezza e Difesa Comune, per rafforzarne la dimensione europea, traducendo in attività concrete la già approvata European Union Global Strategy (EUGS). La PESCO consente agli Stati Membri dell’Unione di rafforzare la loro reciproca collaborazione nel settore della sicurezza e della difesa, ed ha l’obiettivo sia di sviluppare nuove capacità militari, sia di favorire l’integrazione di capacità operative. L’Italia è sempre stata e resta tra gli Stati Membri promotori dell’iniziativa.

 

LA TUTELA DELL’INDUSTRIA E DELLA RICERCA ITALIANA del  comparto difesa   è un altro nodo essenziale che dovrà essere innovato. L’ammodernamento delle Forze Armate deve passare dentro un processo  sinergico con l’apparato produttivo nazionale per dare  sviluppo  creando nuovi posti di lavoro. Pertanto  è necessario impostare una revisione  della spesa  complessiva per ridurre gli sprechi di risorse per razionalizzare i risultati per garantire la sicurezza nazionale. La Ministra vuole favorire la diffusione nell’Industria della Difesa del paradigma del “Multipurpose-By-Design” finalizzato allo sviluppo di capacità militari a molteplice scopo, in grado di supportare le Forze Armate nelle quattro missioni principali. Serve  favorire il trasferimento tecnologico e l’innovazione nei processi produttivi, nei prodotti e nei modelli di business derivanti dallo sviluppo, adozione e diffusione delle tecnologie abilitanti come Intelligenza Artificiale, Big Data, Data Cloud, Internet of Things (IoT), Block Chain, Cyber Security e Tecnologie Satellitari. Per questo sarà necessario creare e integrare competenze specialistiche avanzate nel settore industriale della Difesa attraverso la formazione di centri di competenza ad alta specializzazione costituiti da Università, Ricerca e Industria, dalla grande alla piccola e media impresa, nel rispetto di una visione globale del “whole-of-gov-approach”. A tal fine si prevede  per gli aspetti attuativi, l’istituzione di una centrale operativa presso il Ministero, con i compiti di sovraintendere ai centri di competenza, supportare le PMI e i centri di ricerca anche universitaria  per  tutelare e valorizzazione  la proprietà intellettuale intesa come  asset strategico di sviluppo e competitività nazionale e internazionale.

FINANZIAMENTI. Oltre agli  investimenti nazionali ed europei per lo  sviluppo operativo strettamente militare, saranno considerati pure i finanziamenti nazionali e comunitari relativi allo sviluppo di tecnologie riguardanti la Collective Security e la rilevante componente in-kind dell’industria-università e settore della ricerca, che include il background conoscitivo ed infrastrutturale messo a disposizione per i programmi di investimento.

CYBER DEFENCE. La minaccia cyber è un fattore di rischio per il Paese ma anche un’ opportunità di investimento che aumenta il nostro grado di difesa e sicurezza. In linea con la NATO  si è avviato un  processo di sviluppo informatico sul Cyber Defense, per rafforzare la sicurezza dello spazio cibernetico con programmi per acquisire strumenti operativi ad alto contenuto tecnologico in grado di assicurare la protezione, la resilienza e l’efficienza delle reti e dei sistemi informativi gestionali e operativi della Difesa. Il nuovo  Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC), sarà supportato da investimenti per potenziare le dotazioni strumentali di sicurezza informatica e cyber al fine di  conseguire capacità operative adeguate per contrastare ogni tipo di minaccia.

RIVALUTAZIONE MISSIONI INTERNAZIONALI L’attenzione della Ministra  parte dal Mediterraneo, dove dall’altra sponda si registrano crisi di vario genere e di portata epocale, le cui conseguenze hanno ripercussioni  sulla sicurezza e la stabilità dell’Italia e dell’intera Europa. Le Forze armate italiane  sono presenti in diversi Teatri Operativi con l’obiettivo di ripristinare la legalità  la pacifica convivenza  e con operazioni per il ripristino della stabilità internazionale, mantenendo un ruolo di primo piano e sono particolarmente apprezzati per il loro contributo. Le Missioni ritenute importanti per l’interesse nazionale saranno mantenute anche riguardo alle risorse disponibili  ed in particolare per l’Afghanistan, verrà rivista la consistenza numerica del  contingente concertando gli avvicendamenti con gli alleati.

RAZIONALIZZAZIONE RISORSE E LOTTA A SPRECHI. Questo è davvero un campo minato perché impone una revisione generale delle funzioni e dell’organizzazione, oltre che delle competenze. La Ministra vuole  procedere a un’attenta valorizzazione del patrimonio immobiliare della Difesa, anche mediante la ridefinizione dello strumento militare in base ai principi della legge 244. Il patrimonio è molto consistente e ha un impatto notevole nei vari ambienti territoriali. In forza del principio di resilienza si studierà per la valorizzazione degli immobili anche a supporto e a integrazione delle esigenze  negli ambiti locali. Un riferimento è fatto alle basi navali militari prossime a  porti mercantili o turistici che potranno divenire fonte di attrazione del sistema portuale civile a cui seguirà una attività di incentivo e rilancio dell’indotto locale che gravita intorno al comparto mercantile anche con forme di democrazia partecipata dalla cittadinanza e con interventi mirati per valorizzare e sostenere i progetti di sviluppo più virtuosi. La titolare del Dicastero  vuole inoltre rivedere  i compiti  dei circa 7000 militari  impiegati   per l’operazione  Strade Sicure e Task Group Genio, che sono in numero maggiore di quelli impiegati fuori area.

 

Un principio da seguire sarà quello delle  sinergie operative, cioè riduzione delle duplicazioni di ruoli che porteranno risparmi per la spesa pubblica e allo stesso tempo servizi migliori e più efficienti per la collettività. La Ministra vuole ricercare ogni favorevole occasione per progettare e impiegare gli stessi mezzi per soddisfare uguali necessità.  Questo argomento estremamente vasto, interessante e  delicato merita  uno studio ad hoc che revisioni funzioni  e organizzazioni militari del comparto Difesa nelle sue molteplici componenti includendo anche quelle del comparto sicurezza.

Su questo campo dobbiamo dire che L’Italia è troppo indietro perché tra la miriade di Forze di polizia e le Forze Armate si rilevano ruoli e compiti che si duplicano o triplicano o si quadruplicano con posizioni rimaste  da  tempo assai  non contrattabili da parte di ogni Amministrazione. L’Italia paga per l’esistenza di venticinque polizie, tra cui i Carabinieri che fanno parte della Difesa,  una sanzione salata alla Unione europea   di 178mila euro al giorno, collocandosi  quindi  al terzo posto  al mondo come Paese più militarizzato con 561 poliziotti  in servizio ogni 100mila abitanti, dopo la Russia  e la Turchia ma con la limitazione che circa il 60%  delle risorse è impiegata per  il mantenimento di uffici, amministrazione, caserme, della logistica, delle mense,  scuole di formazione, materiali e automezzi.

In definitiva  un rinnovato interesse per la ricerca e l’innovazione, unitamente ad una leadership e un approccio culturale orientati alla progettazione, produzione e impiego di assetti militari per molteplici scopi, consentiranno alla Difesa di contribuire con sempre maggiore efficienza ed efficacia alla Sicurezza Nazionale, rappresentando per il Sistema Paese un’importante opportunità industriale, occupazionale e commerciale di tangibile valore; un imprescindibile “volano” per aumentare riconoscibilità e competitività dell’Italia nel mondo.

La Difesa sempre  perseguendo i concetti di resilienza e di dual use si propone di svolgere la sua attività in supporto alla Presidenza del Consiglio, vista nella sua funzione di  Autorità Nazionale per la Sicurezza insieme con una sinergia attuata con tutti gli altri Ministeri con l’obiettivo di proteggere il Paese, sostenere l’interesse nazionale per conseguire nell’efficacia, un futuro migliore  per i cittadini e per le generazioni a venire .



Gli obiettivi  di innovazione  e di cambiamento proposti dalla Ministra Trenta dovranno confrontarsi con le posizioni conservatrici che ancora sono presenti  negli apparati militari. Sarà necessario  realizzare un cambio di mentalità, di pensiero, superare gelosie, campanilismi, rivedere le posizioni di potere, eliminare le sacche conservatrici di resistenza di chi si oppone al cambiamento; abbattere le prepotenze,  le ingiustizie, eliminare le differenze e soprattutto le discriminazioni  di ogni genere, i pregiudizi. Far crollare il contenzioso tra personale militare e Amministrazione,  rivedere carriere e impieghi del personale dando valore al merito effettivamente misurabile, abbattere le inefficienze e gli sprechi, premiare chi consegue risultati di pregio e valore, e tutti coloro che si impegnano per il bene della Forza Armata alla risoluzione dei problemi reali. Migliorare i rapporti tra il personale, tutelare le fasce deboli e la dignità di ogni militare, eliminare abusi e soprusi, annientare il mobbing,  semplificare le funzioni burocratiche e ripartire i carichi di lavoro, sono obiettivi che devono entrare nell’agenda dei lavori da eseguire. Lontano da ogni egoismo e da interesse di parte, per riuscire nell’ardua impresa è infine necessario partire dagli ultimi, da chi ha subito ingiustizie,   proprio perché in ambito Difesa dovrebbe essere vero che non si lascia mai indietro nessuno.

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