LA LEGGE DI BILANCIO STANZIA LE RISORSE PER IL CONTRATTO 2025-2027 DEL PUBBLICO IMPIEGO. UN ATTO CHE NON HA PRECEDENTI, UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE

 28 ottobre 2024 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

Restano ampie le distanze tra Aran e sindacati sul fronte degli aumenti salariali nella trattativa per il rinnovo del contratto 2022-2024 delle Funzioni centrali e in alto mare anche quello del comparto Difesa e Sicurezza, nonostante la nuova legge di bilancio, all’articolo 18, abbia previsto un piccolo ritocco in rialzo dello stanziamento per il finanziamento della tornata contrattuale in itinere, ma che i sindacati e le associazioni professionali a carattere sindacale tra militari ritengono comunque insufficienti per recuperare il divario tra quanto messo in campo dal governo come stanziamenti e l’inflazione reale del triennio di riferimento.

Passiamo a quella che è la novità in assoluto che rivoluzionerà l’iter dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. La bozza della legge di bilancio, bollinata dalla Ragioneria dello Stato e firmata dal Presidente della Repubblica, in discussione alla Camera, all’articolo 19 primo comma, ha previsto uno stanziamento complessivo di 10,855 miliardi per il rinnovo del contratto 2025-2027 che dovrebbe permettere un aumento di circa il 6%, in quanto l’Istat stima, nello stesso periodo di riferimento, una inflazione intorno al 3%.

Un cambiamento significativo rispetto al passato, almeno da quando il contratto ha durata triennale, dopo il blocco dal 2010 al 2015 imposto dall’articolo 9 del d.l. n. 78/2010, in quanto le leggi di bilancio destinavano col contagocce le risorse per i primi due anni del triennio e solo nell’ultimo stanziavano quelle sufficienti per il rinnovo.  In questo contesto le trattative per i rinnovi sono sempre partite con ritardi di700/800 giorni dalla scadenza del precedente contratto e l’adeguamento in busta con 1.200 giorni di ritardo, come si sta verificando, per l’ennesima volta, con il contratto in essere i cui effetti difficilmente si vedranno entro il primo trimestre del 2025.

Con lo stanziamento delle risorse anticipate lo scenario cambia completamente, in quanto permette di iniziare subito la trattativa per il rinnovo del 2025-2027, in teoria già dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio, se si riuscisse a trovare un accordo per chiudere la partita 2022-2024. Questa novità che non ha precedenti, non solo permetterà una continuità di indicizzazione degli stipendi all’inflazione e in questo caso anche maggiore visto che l’aumento dovrebbe essere di circa il 2% annuo già dal 2025, mentre l’inflazione è stimata all’1%, ma sarà maggiore la somma che entrerà nelle tasche dei dipendenti pubblici.

Infatti, a differenza del passato quando per i primi due anni del contratto gli arretrati erano irrisori o, addirittura, nulli come il biennio 2022-2023 dell’ultimo contratto, già dal primo anno lo stipendio sarà maggiore, così come il relativo arretrato. La novità, in verità, riguarda anche il triennio 2028-2029, per cui si prospettano sei anni di contrattazione per i dipendenti pubblici garantita da risorse già messe a bilancio con la manovra di prossima approvazione.

Con l’esempio a seguire, di un sottufficiale al grado apicale, si cerca di spiegare meglio questo concetto, quantificando in base a quanto fin qui emerso in merito al contratto 2022-2024 e quanto desunto dalla relazione tecnica che accompagna la legge di bilancio concernente il contratto 2025-2027.

Al fine di poter evidenziare le differenze si è tenuto conto dell’applicazione in ritardo anche del contratto 2025-2027, quando, invece, come detto in precedenza, non sarà così ed è emerso che il totale del triennio 2025-2027 sarà poco meno del doppio del totale del contratto del 2022-2024, nonostante con lo stesso sia stato previsto un maggiore adeguamento percentuale vista l’inflazione del periodo e il tutto per effetto di un arretrato anche per i primi due anni prima inesistente. Sintesi, nello specchio a seguire.

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