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LA DILAZIONE DEL TFS DEGLI STATALI È ANTICOSTITUZIONALE

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 23 giugno 2023 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

Il differimento della corresponsione dei trattamenti di fine servizio (T.F.S.) spettanti ai dipendenti pubblici cessati dall’impiego per raggiunti limiti di età o di servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione; principio che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività della erogazione. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che rivolge un invito al Parlamento a rimuoverlo gradualmente.

Secondo la Corte il Tfs è un emolumento volto a sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore che se differito pregiudica in modo trasversale la qualità di vita delle persone nel momento più vulnerabile dell’esistenza, cioè nel momento del passaggio dall’attività di servizio alla quiescenza e dunque spetta al legislatore, visto il rilevante impatto finanziario, individuare i mezzi e le modalità per superare tale differimento.

Con la sentenza n.130 sono state dichiarate inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 2, del decreto-legge n. 79/97 e dell’art. 12, comma 7, del d.l. n. 78/2010 che prevedono rispettivamente il differimento e la rateizzazione del trattamento di fine servizio, significando che la discrezionalità del legislatore non è temporalmente illimitata e non sarebbe tollerabile l’eccessivo protrarsi dell’inerzia legislativa, tenuto anche conto che già la Corte aveva rivolto al legislatore, con la sentenza n.159/2019, un ammonimento con il quale si segnalava la problematicità della norma in esame, in quanto era connessa a esigenze di contenimento di finanza pubblica oramai superato.

Oltre a quanto statuito dalla Corte, è opportuno segnalare l’apertura dell’Inps sulla possibile sostenibilità finanziaria del pagamento immediato del Tfs, in occasione dell’uscita del Presidente Tridico, in seguito all’approvazione del bilancio 2022 dell’Inps con un avanzo di esercizio di oltre 7 miliardi ed una situazione patrimoniale netta positiva di 23 miliardi.

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