Grottaglie, 1 luglio 2017 – Il 28 giugno, nella seduta n. 822 della Camera dei deputati, è stata presentata l’interessante interrogazione in Commissione difesa n. 5-11683 (>>LINK) dall’on. Mauro Pili (gruppo misto) ove è riportato: “nella Stazione aeromobili della Marina militare di Grottaglie da circa un mese – secondo quanto riportato da numerosi militari in servizio presso la base – vi sarebbe assenza di acqua potabile negli appositi distributori degli hangar”.
Caspita! La questione sicuramente non è trascurabile visto le alte temperature di giugno, basta pensare che si siano sforati mediamente i 35 gradi ogni giorno.
Tuttavia, a prescindere “dal disservizio” e “dalle iniziative adottate a salvaguardia della salute degli operatori militari e civili“, la mia attenzione si è soffermata soprattutto su un altro aspetto dell’interrogazione!
Come mai i militari in servizio presso la base hanno riportato la questione direttamente all’on. Pili e non ai delegati militari (COBAR, COIR E COCER)?
Eppure per i COBAR, COIR e COCER della Marina lo Stato ha speso nel 2014 rispettivamente euro 7.566, euro 37.551 ed euro 195.255 (in totale euro 240.342), se volessimo allargare la disamina a tutti i Soldati, i Marinai, gli Avieri, i Carabinieri e i Finanzieri si noterebbe che lo Stato abbia speso nel 2014 euro 4.158.138. Non poco!
La spesa fondamentalmente è costituita dal trattamento economico di missione, in particolare per i pochi delegati COCER.
I seguenti dubbi sorgono spontaneamente:
1. Lo strumento della Rappresentanza militare è anacronistico?
2. Sono soldi ben spesi?
3. Come mai la totalità della spesa è concentrata sui pochi delegati COCER?
4. Perché si sono prorogati i mandati della Rappresentanza militare di due anni?
5. Quando i delegati COBAR e COIR sono convocati hanno la stessa tipologia di trattamento economico di missione dei delegati COCER?
6. Il trattamento di missione rispetta le disposizioni inerenti le missioni nazionali in applicazione della Legge n. 183/2011, art. 4, comma 98 (cd. accasermamento)? Forse a tal proposito è il caso di ricordare che l’Ente Circoli Marina non sia ancora configurato come organismo di protezione sociale (art. 465, comma 2, lett. b del D.P.R. n. 90/2010) ed abbia solamente lo scopo di assicurare un ambiente di convegno, di svago, di ricreazione, di sport e di solidarietà marinara (art. 6 del Regio Decreto n. 1935/1937 e s.m.)?
Per quanto sopra riportato, oltre a ringraziare l’on. Mauro Pili per l’autorevole interessamento, auspicherei – come cittadino – il suo autorevole intervento anche sugli altri aspetti palesati.
Antonio De Muro