Tutti i giorni sono chiamati, assieme ai Medici Militari, ad intervenire in situazioni di varia valenza assistenziale. Dalle ferite per scontri a fuoco a semplici distorsioni, da scottature da sole ad attacchi di ipovolemia, da emostasi per ferite accidentali a lesioni profonde dovute a mine o esplosioni.
Gli Infermieri dell’esercito italiano sono eroi silenziosi, spesso sottomessi, non riconosciuti, non premiati per ciò che fanno. Lo fanno comunque, lo fanno perché credono nella loro missione e si mettono quotidianamente al servizio di chi soffre.
ABBIAMO ASCOLTATO ANDREA (NOME FITTIZIO), 33 ANNI, SPOSATO, PADRE DI DUE FIGLI. LUI PROVIENE DAL SUD, DAL PROFONDO SUD DEL MERIDIONE D’ITALIA.
HA LASCIATO LA SUA TERRA A 18 ANNI PER ARRUOLARSI NELL’ESERCITO ITALIANO. QUI HA FATTO CARRIERA NEL CAMPO INFERMIERISTICO STUDIANDO PRESSO L’UNIVERSITÀ “TOR VERGATA” DI ROMA E SPECIALIZZANDOSI IN VARIE SCUOLE DI FORMAZIONE MILITARE.
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